domenica 16 ottobre 2011

Traghetti solitari e anime gemelle


Superstrada Siena-Bettolle, 130km/h, direzione est. La musica contenuta nella chiavetta "True love way", il cui titolo poi convertii in "Four-twenty-nine", in memoria dell'effimera quanto spettacolare esperienza sulla SS429, fa il suo prepotente ingresso nell'abitacolo.
E ci rimane,
Sono diretto chissà dove, in fondo. Non ho meta, anche se ostento la falsissima sicurezza di chi ha sempre avuto idea di dove andava, coadiuvato dall'Eroica.
Abbiamo una nave da prendere, verso l'ignoto, verso un esperimento reiterato e ripetuto più e più volte e che solo una ha avuto il risultato sperato. Era un mese di settembre assolato, dolce, e pieno profumi inebrianti, ma ormai è passato e lo lasciamo lì.
Il traghetto solitario arriva, nella enorme pace di un anacronistico e sin troppo forte vento da nord, spezzato dal sole che lo contrasta, in modo tale che l'impattio con l'inverno, apparentemente brusco e doloroso, sia addolcito da due fattori in contrasto.
La nave attracca. Le due navi gemelle si guardano, attraccate a due lati diversi del molo. Faranno un viaggio solitario, come sempre, verso i loro porticcioli di destinazione.
Gemelle, uguali. Come le anime. Le anime gemelle esistono? Sono domande che ci si pongono, per chi ancora non l'ha trovata. O per chi l'ha trovata e l'ha persa.
C'è un vento fortissimo da nord, mentre i motori diesel della nave borbottano sotto quello strano spoiler che ha a poppa, in attesa del solito rituale giro, nauseabondo adesso.
E al ritorno mi accorgo come con l'overboost questo motore non ne voglia sapere di smettere di tirare, di finire. Metto a dura prova le gomme sottodimensionate e piuttosto alla fine, che sembrano chiedermi di essere sollevate dal loro pesante incarico di responsabilità a cui è affidata tutta la macchina intera.
Tratto verso casa, Via Nova riaperta a doppio senso. Malinconia. Mancanza. Serie di pensieri tirata su da una canzone di The Fray.
E ci domandiamo perché le anime gemelle ronzano lontane.
Non sono mai stato un amante della matematica, ma in questo caso, forse, siamo due rette parallele che non si incontrano mai.
O forse non c'è bisogno dell'anima gemella, ma di quella complementare. Complementare, ecco la parola giusta.
E dov'è? Continuo a domandarmelo e non ho risposta, non ho segni, non ho notizie. Arriverà, ne sono certo. Cosicché le nostre anime si toccheranno, si prenderanno per mano e voleranno insieme.

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