mercoledì 5 ottobre 2011

In direzione opposta e contraria


SS223, tratto "atipico", così da me definito, quello che va da Siena Sud a Ruffolo, direzione E78, direzione Arezzo/Perugia. Congiunge la Superstrada Firenze Siena alla Siena-Bettolle, tratto di pochi km, ma vissuto. Procedo a 140km/h, un po' troppo per la morfologia della strada, per le sue due sole corsie e per il curvone coperto su viadotto, per le buche e per i dolori che affrontarle mi fa sentire alla povera costola tronca, per il limite che qui è di 70km/h, così come il cartello accanto al Tiger Bar ci ricorda: ma ho un piede destro che vuole affondare e una Mito che all'invito a correre non risponde mai "no", una sesta marcia che non voglio togliere e un motore con un fiato pazzesco, costante e, in alto, pure cattivo.
Procedo in direzione opposta e contraria a quella che, all'altro capo di questa strada, 77km più a sud, ha costituito, per diverso tempo, l'occasione della ripresa a vivere, del sangue che circola di nuovo, dell'idea della totale condivisione, idee ormai, per lo meno da quel lato della strada, gettate chissà dove, chissà quando, in fondo al cassetto dei ricordi, con poca voglia di ripescarla.
A meno di eventi straordinari e impensabili, non arriverò in orario. Sono in direzione opposta e contraria. Scappo verso la mia meta. Ma, in fondo, mi chiedo quale possa essere, in un tripudio di sorpassi nemmeno così "scolastici". Pure questa strada si ribella alla sua naturale direzione. E inizio a farlo anche io. Inizio a ribellarmi alla vecchia assenza di sogni, perché SO che si può essere felici qui e ora, senza nemmeno accontentarsi.
Ma questo treno di emozioni nuove chissà dove era, quando ero protagonista di quel palcoscenico costruito da me a mia misura e oltre il quale non riuscivo a guardare?
Me lo domando di nuovo. Trattengo tutto questo dentro di me. Per un attimo.
Supertrada Siena-Bettolle, 220km/h. Il ritardo è recuperato, almeno per oggi.

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