domenica 16 ottobre 2011

Fughe notturne

SP 40 nuova, 170 km/h, fuggo.

Fuggo sicuramente più dalle mie paure che non da un incontro non avvenuto, in cui avevo posto più speranze e aspettative di quanto fosse razionale porre; fuggo dalla paura di dare un nome a questa irrazionalità, dalla paura di una solitudine che mai come ora pesa; fuggo buttandomi in picchiata in un'instabilità emotiva che non riesco a controllare se non occupando il mio tempo con gli ignari amici a cui in questo momento voglio sempre più bene e che mi accorgo volermene nonostante le mie assenze ed i miei silenzi.

Fuggo fin quando arriva un segnale di vita a frenare la discesa, a farmi tornare, quel tanto che basta per arrivare a casa, lucido e razionale; resta un segnale debole che non sana la situazione e non rende meno vano il mio girovagare verso una meta troppo poco precisa, per ora poco più che un sogno. Non vengono meno le attese, non si è spostato il muro contro cui continuo testardamente a sbattere la testa, non trova pace questa spasmodica ricerca.

Inutili e sterili sofferenze che mi rovinano la vita; di questo sembra che si tratti. Perché non riesco a stare in pace con me stesso? Perché ho continuamente bisogno di un contatto o di una risposta che non si palesano? È colpa del passato o del futuro? ...o solo mia?

Nessun commento:

Posta un commento

site stats