lunedì 3 ottobre 2011

Broken Land

Autostrada A12, altezza Lavagna, 140km/h. Nel viaggio appena trascorso ho notato che i compagni di viaggio hanno apprezzato la mia conoscenza pedissequa delle strade, degli autovelox, e del mio senso della traiettoria, frutto di un decennio di galoppate interregionali dovute ai più disparati motivi.
E così fu, in effetti, innalzato il piacere di sentirmi utile per gli altri.
E' quello che ti danno gli amici, in attesa che l'amore arrivi o ritorni, che ti fa sentire vivo, vegeto, che ti fa capire che puoi farcela nonostante mesi di pianti, urla, strepiti e singhiozzi rimandati dentro, che qualcuno per un braccio ti ci riprende quando stai male.
Il bello di non essere soli è questo.
Il mio cuore è vivo e lo so. Me ne accorgo quando salgo in macchina, da solo, e so benissimo dove guardare, cosa sentire, cosa ricordare e dove dirigermi.
Il sorriso è lì, grazie a loro: mesi fa credevo che non ce l'avrei fatta, in un susseguirsi troppo serrato di emozioni forti, ansie, speranze poi, poco alla volta, accantonate.
Sono libero da ogni condizionamento, adesso.
Lunedì mattina, superstrada Firenze-Siena, 120km/h. Traffico convulso, verso il Tribunale di Siena, verso sud.
Le casse sono invase da Broken Land degli Adventures, grandissimo successo degli anni '80, di un'epoca diversa in cui andavo, piccino, al mare con i miei al Forte. Ricordi della bretella di Lucca in discesa, del Lago di Massaciuccoli che si apriva a sinistra.
Sono uscito dalla tempesta, dalle bordate sparate vicendevolmente con una precisione da bomba intelligente tese a colpire e a fare male, e sono entrato nel famoso "tratto di deserto da attraversare", ma so di avere il pieno e di essere ben sveglio per attraversarlo, anche se a bassa velocità.
Mi domando cosa ci sarà dopo questo deserto, dopo questo tratto di vuoto notturno e diurno. La strada era lunga, forse ci sarà la meta, la scossa arriverà. Il brivido provato girandomi per un attimo, nonostante mi abbia fatto una certa paura e sia stato piuttosto effimero, mi ha ricordato che posso ancora dare tutto di nuovo.
SS223, tratto "atipico" direzione E78, 110km/h, i raggi di sole lambiscono il mio viso, di nuovo, e non smetto di sorridere. Posso chiedermi il perché, ma alle volte fa paura.
E allora stavolta evito e continuo a sorridere. Continuando dritto per il mio "deserto". In attesa di chissà cosa.

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