mercoledì 12 ottobre 2011

Silenzi di ritorno

Lo so, sono sempre stato io l'orso, l'uomo dei silenzi, delle solitudini e delle grandi attese; ora non so dire se sia veramente avvenuto un cambiamento, certo è che quei silenzi, quelle solitudini e quelle attese, ora, sento il bisogno di riempirle; e i silenzi, anche se so di dover essere io ad aspettare, ad avere pazienza (e quella per fortuna non mi è mai mancata), fanno male.


Rimango in questa condizione di equilibrio instabile, in cui devo continuamente stare attento a non cadere, aggrappandomi momento dopo momento a quegli amici che mi danno ascolto e che sopportano le mie sparate confuse di questi ultimi giorni, sopportando questo strano Francesco in cerca di comunicare non so neanche io cosa ...forse qualcosa che ho solo paura di dire, ma forse no; forse dopo tanti cambiamenti inizio solo a sentire il bisogno di un po' di tranquillità, per quanto strano questo possa sembrare a chi mi conosce ed è ormai abituato a sentirsi raccontare i miei castelli in aria ed i miei sogni.

Nel giro di un paio di settimane, con i primi freddi che si avvicinano, sarà ora di mettere gli pneumatici invernali, ma soprattutto di buttare via dopo quattro estati (per quanto due siano state molto brevi) le vecchie Continental su cui il caro Trattore 2.0 ha mosso i suoi primi passi; un cambiamento piccolo ed apparentemente insignificante, ma un'ulteriore rottura col passato recente che avverrà in questo periodo. Quanto ancora di me stesso dovrò lasciarmi alle spalle per iniziare a guardare veramente avanti? Quando riuscirò veramente a vivere il presente volgendo lo sguardo al futuro e non al passato?

Si, forse sto iniziando, ma capisco che è solo un inizio e che non basta.

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