giovedì 20 ottobre 2011

Risposte perse nel vento dei pensieri

Perdo le risposte e perdo le speranze... ciò che resta è quest'inquietudine che non vuole saperne di lasciarmi andare, di lasciarmi tranquillo, di lasciarmi vivere come stavo riuscendo, forse, a fare ultimamente. Neppure il vento forte di oggi riusciva a pulire la mente dai pensieri opprimenti di delusione ed insoddisfazione per un'anelata felicità mai raggiunta e sempre un passo oltre il visibile, come gli interminati spazi al di là della siepe del noto poeta di Recanati.

Perdo la voglia di cambiare, di credere che qualcosa possa veramente cambiare e soprattutto che io sia capace di cambiare veramente. Dov'è il vento dello Snjerak che portava veramente via qualsiasi pensiero? Quel vento che portava via la neve leggera dai laghi ghiacciati attorno a Kvikkjokk lasciando libera la poca luce dell'inverno lappone di creare riflessi a cui le foto non rendono giustizia; il vento che puliva giacca, rocce e cervello. Forse avrebbe pulito anche il cuore? Questo oggi non lo so. So però che avrei voglia di tornarci e di rimanere di nuovo da solo in silenzio nella baita sotto la cima ad ascoltare quel vento fischiare, gemere e lamentarsi dolcemente, protetto da quattro solide pareti di tronchi e dalla neve alta appena fuori.

Troppi pensieri mi intasano il normale flusso mentale mandando in overflow qualsiasi cosa cerchi di aggiungersi e disturbando tutto il resto, impedendomi di pensare razionalmente e con la calma adeguata a qualsiasi cosa abbia il diritto di essere pensata. Continuo a passare il tempo aspettando che accadano cose che da sole non accadranno mai; aspettando la forza di fare qualcosa che forse non avrei comunque il coraggio di fare; aspettando che amici e parenti capiscano che anche il Francesco degli ultimi tempi in realtà nascondeva un grido disperato di aiuto, rimasto represso, taciuto, oppure espresso in una lingua nota solo a me.

Si, qualcuno il grido di aiuto lo sente e lo capisce, ma a questo punto della discesa, forse, poco può fare se non continuare a dirmi di stare attento e cercare di convincermi a invertire la rotta, a voce, da lontano; ma ora non riesco ad ascoltarlo e questa mia incapacità fa ancora più male.

Domenica rivedrò le mie montagne dopo quasi due mesi; vedremo se la cosa sortirà qualche effetto, ma anche per quello ormai le speranze sono poche... rivoglio la baita sullo Snjerak ed il suo vento!

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