giovedì 30 giugno 2011

Torre di controllo, aiuto!


"...Torre di controllo, aiuto, sto finendo l'aria dentro il serbatoio...". Un tempo lo Shuttle avrebbe chiamato Houston, ma ora Houston non c'è. Non c'è più, ha preso giustamente la sua via.
E allora svolazzo, alle volte, come l'aereuccio dei Fratelli Wright. Sbalzello, ma inevitabilmente rimango a terra per lunghi periodi.
E' un'esistenza, quella dei miei tempi recenti, contraddistinta da telefonate che mi scombussolano la mente. E so che non dovrebbe essere così, nel momento in cui riguadagno la normalità e dico a me stesso che va tutto bene. Ma solo vedere un nome sul telefono mi porta a giorni di ansia, tristezza e brutti pensieri. Qualunque strada io percorra, qualunque via io tenti di prendere, non sono libero.
Non sono libero come ieri di pensare, sognare e vivere quello che volevo, quello che volevamo. Rimpiango la libertà del mio ieri, la spontaneità di uno sguardo, e in fondo eravamo liberi.
Seconda marcia, poi terza, 2700 giri. Questo motore accetta anche che tu lo guidi come un diesel E come un benzina. E' straordinario e lo so.
Scombussolati sono i miei pensieri. Scombussolata è, sempre, la mia vita.
Rivoglio il mio ieri, quello in cui facevamo le corse per mano, quello in cui splendeva il sole e cucinavo la pasta fredda, quello in cui non ero poi così veloce ma forse concludente e mi sentivo tremendamente libero anche se nella mia vita ovviamente mancava qualcosa ma non me ne accorgevo.
Quei sogni che, a partire da mesi fa, sono scappati, parcheggiati chissà dove, togliendo il colore a tutto. A parte in rari momenti, è sempre stato così, da quella grigia domenica.
Ridatemeli, i miei sogni, per favore: ridatemi una nuova strada da percorrere per un obiettivo. Una nuova strada da percorrere per amore. Un nuovo percorso da dividere.
Sono in questo mare giallo di campi trebbiati fermo che lancio il mio S.O.S. e nessuno lo ascolta.

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