mercoledì 29 giugno 2011

La rivincita del tendenzialmente lento

Autostrada A11, mezzanotte, 150km/h, direzione Firenze. Il cartello Prato Ovest passa veloce sulla mia destra. La Mito viaggia imperterrita, imperturbabile, a 3600 giri in sesta, sul nastro d'asfalto senza buche. E' stata una giornata di sudore, litigi, lavoro duro. Lunedì odioso. Caldo, tanto caldo. Il condizionatore attaccato però fa male sulla pelle scoperta. Fa male alla gola, come è sempre stato. Ma a questa velocità l'importante è arrivare, a casa, quanto prima. L'importante è guadagnarsi la meta, in questa apparentemente lenta discesa verso sud. Velocissimo, ma stavolta arrivo.
Mentre l'operosissima Prato inizia a stagliarsi sulla sinistra, Agliana e Montale fanno capolino sulla destra a dirmi che sono ancora quasi a Pistoia e che ci sono ancora 84km da percorrere a velocità medio-alta. Ogni tanto rallento a causa dell'autovelox, ma fino a 140 indicati.
I Genesis, con Mama e Many Too Many, danno il loro contributo fortissimo a farmi sentire sperduto, insicuro, solo, volutamente solo.
150km/h, spengo la musica e c'è solo il rumore di rotolamento di pneumatici e un mostro che si beve tutti i quattrini che guadagno.
Riaccendo per dimenticare, e parte Bersani con "Giudizi universali".
Potrei ma non voglio fidarmi di te
io non ti conosco e in fondo non c'e'
in quello che dici qualcosa che pensi
sei solo la copia di mille riassunti
Leggera leggera si bagna la fiamma,
rimane la cera e non ci sei più... non ci sei più...
Sorpasso un pullman, piuttosto veloce, e vorrei esserci sopra. Tratto fiorentino dell'A1, notte, sonno, il fatto che non ho nessuna voglia di andare a letto, il telefono muto ma non troppo, la voglia di silenzio, stavolta ricercato e non riempito, una spiacevolissima agitazione fanno da cornice a questo apparentemente normale viaggio di ritorno.
Potrei ma non voglio fidarmi di te
io non ti conosco e in fondo non c'e'
in quello che dici qualcosa che pensi
sei solo la copia di mille riassunti
Leggera leggera si bagna la fiamma,
rimane la cera e non ci sei più... non ci sei più...
Mi ripete Bersani nuovamente che di te non posso fidarmi. O non voglio più farlo. E' reciproca la cosa.
E allora mi dedico, una volta sorpassato il pullman, a pensare che voglio un mondo di "contrari". Il pullman che arriva prima pur essendo più lento. Il mare d'inverno, senza fare il bagno e la gente che lo affolla. La lacrima solitaria che tengo per me e non dico, non voglio dire, in primis a me stesso, che ancora ci sei alle volte, che è come se fossi seduta qua accanto a guardarmi con il tuo sguardo che fa male, sempre più male, nonostante, contrariamente alle previsioni, tu avessi dovuto svanire. Tu non ci sei più. C'è altro a cui pensare. C'è da assaporare questa bella, strana, buona solitudine. C'è la lacrima, e il fatto che non voglio in questo momento nessuno. C'è un mostro che se ne frega di tutto e torna verso casa mia. C'è uno spettro, nelle mani intrecciate che mi sbattono nella mente, nei baci nell'ombra che si alternano a darmi le botte alle pareti della testa. Uno spettro che sembra sorvegliare ogni mia mossa per poi pugnalarmi alle spalle.
Casello. Pago. Il pullman che ho sorpassato passa nel Telepass e si riprende la sua gloriosa posizione. Il tendenzialmente lento ha vinto. E io ho perso. Come sempre.

4 commenti:

  1. Ogni tanto credo di sentirmi e di essere io il tendenzialmente lento con il Telepass... :\

    RispondiElimina
  2. LOL no, niente pullman, ma ho il Telepass :P

    RispondiElimina
  3. Ce l'avevo anche io prima che mi giocasse un paio di scherzetti...Domanda ad Anna Laura, vai...

    RispondiElimina

site stats