Mentre l'operosissima Prato inizia a stagliarsi sulla sinistra, Agliana e Montale fanno capolino sulla destra a dirmi che sono ancora quasi a Pistoia e che ci sono ancora 84km da percorrere a velocità medio-alta. Ogni tanto rallento a causa dell'autovelox, ma fino a 140 indicati.
I Genesis, con Mama e Many Too Many, danno il loro contributo fortissimo a farmi sentire sperduto, insicuro, solo, volutamente solo.
150km/h, spengo la musica e c'è solo il rumore di rotolamento di pneumatici e un mostro che si beve tutti i quattrini che guadagno.
Riaccendo per dimenticare, e parte Bersani con "Giudizi universali".
Potrei ma non voglio fidarmi di te
io non ti conosco e in fondo non c'e'
in quello che dici qualcosa che pensi
sei solo la copia di mille riassunti
Leggera leggera si bagna la fiamma,
rimane la cera e non ci sei più... non ci sei più...
Sorpasso un pullman, piuttosto veloce, e vorrei esserci sopra. Tratto fiorentino dell'A1, notte, sonno, il fatto che non ho nessuna voglia di andare a letto, il telefono muto ma non troppo, la voglia di silenzio, stavolta ricercato e non riempito, una spiacevolissima agitazione fanno da cornice a questo apparentemente normale viaggio di ritorno.
Potrei ma non voglio fidarmi di te
io non ti conosco e in fondo non c'e'
in quello che dici qualcosa che pensi
sei solo la copia di mille riassunti
Leggera leggera si bagna la fiamma,
rimane la cera e non ci sei più... non ci sei più...
Mi ripete Bersani nuovamente che di te non posso fidarmi. O non voglio più farlo. E' reciproca la cosa.
E allora mi dedico, una volta sorpassato il pullman, a pensare che voglio un mondo di "contrari". Il pullman che arriva prima pur essendo più lento. Il mare d'inverno, senza fare il bagno e la gente che lo affolla. La lacrima solitaria che tengo per me e non dico, non voglio dire, in primis a me stesso, che ancora ci sei alle volte, che è come se fossi seduta qua accanto a guardarmi con il tuo sguardo che fa male, sempre più male, nonostante, contrariamente alle previsioni, tu avessi dovuto svanire. Tu non ci sei più. C'è altro a cui pensare. C'è da assaporare questa bella, strana, buona solitudine. C'è la lacrima, e il fatto che non voglio in questo momento nessuno. C'è un mostro che se ne frega di tutto e torna verso casa mia. C'è uno spettro, nelle mani intrecciate che mi sbattono nella mente, nei baci nell'ombra che si alternano a darmi le botte alle pareti della testa. Uno spettro che sembra sorvegliare ogni mia mossa per poi pugnalarmi alle spalle.
Casello. Pago. Il pullman che ho sorpassato passa nel Telepass e si riprende la sua gloriosa posizione. Il tendenzialmente lento ha vinto. E io ho perso. Come sempre.
Ogni tanto credo di sentirmi e di essere io il tendenzialmente lento con il Telepass... :\
RispondiEliminaChe fai, ora guidi il pullman? :-D
RispondiEliminaLOL no, niente pullman, ma ho il Telepass :P
RispondiEliminaCe l'avevo anche io prima che mi giocasse un paio di scherzetti...Domanda ad Anna Laura, vai...
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