mercoledì 15 giugno 2011

I protagonisti - Velocissimo ma inconcludente.

Prima di iniziare a scrivere, ogni protagonista dovrà presentarsi. Eccomi, il velocissimo ma inconcludente. L'amministratore. L'ideatore. Blogger quasi professionista da 3 anni.
Ho avuto questa idea. Radunare 4 piloti e, forse, un passeggero. Otto o dieci mani. Questa è stata una bella idea, nata parlando con ogni singolo elemento. Tempo fa dissi:
Dov'è il confine tra il giusto e lo sbagliato? Soltanto dentro di noi, ed è una leggera linea labile, come tracciata col gessetto, col vento se ne va.
Questa linea che è dentro di me si è spostata, piacevolmente spostata, ma adesso so dov'è. E' compito mio oltrepassarla.
Quella strada, anche se tracciata, è in salita. Molto più in salita di altre volte, visto che la conquista della collina è lontana. Sarebbe una collina da conquistare per stabilircisi, non per piantarci la bandierina e poi riscendere per poi riconquistare altre colline.
Ieri, dopo tanto tempo, ho sorriso di nuovo di gusto. Forse non si notava, forse la stanchezza mascherava il tutto ma era un sorriso reale: lo ribadisco, da tempo immemorabile non lo facevo.
Sono Andrea, 30 anni, legale dalla Toscana centrale. Ho sempre amato le macchine. Ho sempre amato la bella vita. Ho fatto anche qualche guizzo in pista e in Prova Speciale. Ho fatto tanti guizzi, in questa vita, breve o lunga che sia.
Sono un pilota velocissimo. Velocissimo ma inconcludente. Velocissimo a tratti: giovedì scorso sulla Chiantigiana mentre rincorrevo una macchina con 100cv più della mia, notavo che staccavo molto ma molto più tardi. E quasi la passavo. Ho sempre amato le vetture piccole e cattive. Quelle che ti portano a destinazione in tempi brevi, con cui stringi amicizia e diventi complice. Quelle che, come una donna seria che ti ama, ti portano a destinazione nella vita. Fino a che non finisce la loro carriera. D'altronde la macchina è un luogo dove si pensa. Tanto. E a seconda del modello, il pensiero è favorito con estrema rapidità.
Sono un elemento profondamente insicuro e introspettivo. Per anni mi sono mascherato da uomo forte, vuoto e superficiale. Poi ho iniziato a fare i conti con me stesso, quando la vita me li presentava. Nell'ultimo anno, dai 29 ai 30, ho imparato tante cose: ho imparato cosa volesse dire perdere una persona. Ho imparato cosa volesse dire rinnovarsi, tentare il tutto e per tutto per salvare una storia che alla fine non ha avuto l'esito sperato.
Sono uno che ha sempre visto la vita come una 24 ore di Le Mans. Mi sento come quelli che corrono come disperati la prima ora di gara, sbattono forte, perdono tempo ai box, si rimettono in pista, recuperano come dei matti, arrivano quasi a sperare di farcela ma non vincono. Vincono altri. Sono i vincitori morali, ma negli annuari, decenni dopo, rimangono quelli che hanno vinto davvero. Eccomi: vincitore morale. Inconcludente, in amore.
Molti mi paragonano a Tony Dinozzo di NCIS: profondamente insicuro ma che fa il pottaione in giro. A differenza di tutti gli altri protagonisti del blog, sono uno che ama anche il pullman. Lo vedo come il mezzo che aiuta a pensare più di tutti, di notte, di rientro. Amo la sensazione di crociera, di strada da fare, per arrivare in fondo.
Sarei forse un pilota da gara di durata. Forse. Sono uno che si sente tremendamente solo, e che per anni ha tentato di chetare il silenzio, a costo anche di parlare troppo e dire stronzate.
Eccomi. Velocissimo ma inconcludente. Promettente ma scevro di risultati. Innamorato non corrisposto, ancora. Deluso dall'amore ma che non smette mai di sperare.
E allora, questa strada, questa vita in macchina, questo momento di tristezza che aiuta a scrivere, lo sfrutto per i lettori. Velocissimo ma inconcludente. Di nuovo. Sbaglio e non vengo perdonato. Profondamente buono. Incompreso.
Eccomi.

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