lunedì 19 dicembre 2011

Il senso del tempo e ancora tanta strada da fare


Era una tranquilla domenica mattina di dicembre, di quelle in cui non sai niente e forse non capisci niente.
Di quelle domeniche in cui poi, a fine giornata, ti scopri vivo, come poche volte lo sei stato nella vita. Ti scopri affiancato da persone che sanno dividere con te cose belle con un solo sguardo.
SS 302 Faentina, tratto discendente, lenti 90km/h, in discesa da Monte Senario. Da qui la via è inesplorata, è fuori dalle mie rotte normali. Lo so, finisce in Piazza delle Cure. Parallela alla Via Bolognese. L'arrivo lo conosco, ma il percorso e soprattutto i velox non così bene.
La cornice del viaggio è fatta dalle colline sopra Firenze, saliscendi da rally in un verde fantastico, in uno scenario che ti apre la mente e il cuore, coi colori tardo autunnali che sono padroni indiscussi della Terra, punteggiati da case di montagna, ma della vera montagna.
Tornante di Monte Senario, intraverso troppo, e l'Eroica si raddrizza sotto le mie mani esperte (cit.), ma si riempie di schizzi di mota, aghi di pino, e altre amenità varie, mentre l'improvvisata navigatrice, dotata anche lei di mani esperte, mi dice "...Andrea, troppo di traverso..." e non posso che darle ragione, buttando in caciara e sorridendo
Una versione particolare di Black Betty inonda l'abitacolo, insinuando in me troppa voglia di dimostrare che il vero "manico" si vede in dicesa, dove la macchina è aiutata dalla forza di gravità e che, citando qualcuno "...in salita so tutti boni a tirare...". Musica effettivamente che qualcuno etichetterebbe "...un po' troppo rocchettara per i miei gusti, per la mia età..." e direbbe "...ti ci vuole una BMW 320d invece dell'Alfa da ragazzi...", "...devi prendere casa....", quando in realtà non è così. Io sono io. E allora, l'imperativo è la rinascita, del corpo e della mente, dell'autostima, sulla SS302, in una qualsiasi domenica di dicembre.
La demolizione dell'autostima pesa sempre, ma pesa sempre meno, è inutile negarlo: c'è chi apprezza come sono, con le mie vulcaniche iniziative, le mega trasfertone su un mezzo apparentemente inadatto alla lunga percorrenza ma che si dimostra vittorioso in ogni campo lo si faccia lavorare.
C'è chi fa strada in tratti precisi della vita. Chi si attarda, per un attimo, anche lungo, ma poi riprende la via giusta. O meglio, quella che ritiene giusta. Chi rimane, come me, incagliato sugli scogli e ci rimane, prova tutte le scialuppine e vanno a fondo, allora rimane sul relittone della nave, finisce le provviste, rischia di morire, finché, quando tutto sembra perduto, arriva l'elicottero dei soccorsi.
Elicottero che poi lo tira su e lo riporta in volo. E sull'elicotterino ci rimane.
Ho un carattere strano, posso solo ammetterlo. Lunatico, ma quando gli altri sono tesi io non lo sono: quindi sorrido quando gli altri non lo fanno, ma ho paura quando gli altri vivono semplicemente.
Sono strano, ecco.
Ci sono giorni in cui sai di aver svoltato. Ma questa svolta non è mai abbastanza. A volte tiro fuori la mia massima concentrazione ed ho voglia di cambiamento. Non parlo, adesso del campo sentimentale. Voglio 10, 100, 1000 Pordenone, mille conferenze per diffondere quello che sento, penso, vivo.
Ma adesso la mia missione è totalmente diversa: debbo intuire l'andamento del tempo, per poi fuggirne il corso. E' difficile per me starci dietro. Mi vedo invecchiare e mi sento impotente nello sconfiggere gli anni che passano inesorabili e alle volte mi viene paura di non aver fatto abbastanza.
Il mio sonno ne soffre moltissimo: non riesco a dormire come si deve da anni, ormai.
Autostima franata. Sonno distrutto. E appeso a quest'elicottero mi domando dove mi scenderà.
Vorrei che mi scendesse vicino alla mia macchina, per poi entrare in strade lunghe e tortuose, contrapposte ad autostrade larghe dove si mette il Cruise Control a 150km/h. E andare contro il tempo, di nuovo. Ma su ogni strada che percorrero, cercherò sempre l'elicottero che mi sorvola, per salvarmi se sbatto, come nella vita capiterà. Più volte.
Buon volo.

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