giovedì 8 dicembre 2011

E se domani?

Raccordo Autostradale, 120km/h. La superstrada ferita da anni di piogge, camion sovraccarichi e noncuranza, scorre sotto le bellissime ed eleganti Pzero Corsa di una giornata qualunque, diun'andata qualunque come quella di oggi.
Sembra tale, per lo meno. Sembra il solito percorso, il solito momento preciso che mi mette quella voglia di rimettermi in gioco, di vivere qualcosa di nuovo.
L'Eroica è sporca. Porta su di sé i segni di 1000km nella nebbia, sotto l'acqua, sulle autostrade del nordest. E' tempo di lavarla, ovviamente. E lo farò presto.
Negli altoparlanti Bose i Duran Duran vogliono tirare l'alba. Loro hanno qualche annetto e qualche acciacco di troppo, e forse di annetti ne ho anche io, tanto da far paura a tanta gente che mi dice "...ma hai 30 anni....".
La macchina prosegue, veloce come sempre, incurante degli strepiti e delle urla che vengono da zone che adesso tornano inesplorate.
E' sospinta dal vento nuovo del nord, che soffia in modo smepre più prepotente. Aveva ragione JR quando disse: "...Dovresti aver scollettato...". Altro che scollettato. Qui siamo in piena discesa e c'è anche uno stupendo panorama, uno di quelli che non capita poi così spesso di vedere, che ti fanno sentire a tuo agio e trasmettono pace sin dalla prima volta che li vedi, un panorama verso cui ti giri ininterrottamente, e hai voglia di fermarti.
L'autostrada però non te lo consente.
E allora prosegui, cercando l'uscita più vicina. Proeguo quando il motore diviene sempre più esuberante e non mi chiede altro che esagerare, che andare giù col piede. Tanti sorrideranno.
Allora, mentre le piene note dei Boston mi prendono, inizio ad accelerare. Piove, e accelero. E se scoppiasse una gomma? E' capitato, alle volte. Mi è pure successo nel 2006 e in tempi anche recenti. Tranquillo, finirebbe tutto troppo presto perché tu te ne accorga, Andrea.
Immagino il funerale. Lo schianto. La gente in prima fila. Chi avrei sempre voluto che ci fosse che non c'è.
Ma Churchill disse: "...Quando sono sopraffatto dalle preoccupazioni, ripenso a un uomo che, sul suo letto di morte, disse che tutta la sua vita era stata piena di preoccupazioni, la maggior parte delle quali per cose che mai accaddero...". E sia. Basta preoccupazione, adesso. Cavalco il vento del nord.
E allora non ci penso, se tu, caro vento di nordest, mi sospingi.
E vivo.

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