venerdì 23 dicembre 2011

Riflessioni sul mio universo

Tangenziale Ovest di Siena, 130km/h. Alla fine della superstrada, l'Eroica si invola verso Uopini, a bassa velocità sapendo che potrebbe annidarsi un lastrone di ghiaccio e potrebbe implicare vanificare ogni idea di andare dritti e finire questo breve viaggio in compagnia.
Apnea, ancora. Pensieri verso nord.
E adesso gli Editors, bellissima scoperta musicale avvenuta grazie ad una amica lontana ma vicina, cantano la loro ribellione ai luoghi comuni mentre l'Eroica affronta le prime curve della Cassia sulla via del ritorno a destinazione subito dopo la rotatoria del Braccio, dopo di che si deve girare a destra, di nuovo.
SS2, 155km/h: piove tantissimo mentre Santa Colomba viene inghiottita dal buio dietro di me, mentre tutte le frazioncine di Monteriggioni, tutte castelletti medievali, si assiderano stanotte, si intorpidiscono.
Queste frazioncine le immagino vive ma inermi, ferme ed impassibili a subire quella tempesta di freddo, a piangere da sole ed invocare aiuto quando il freddo ed il buio arrivano senza un caminetto presso cui scaldarsi, senza luce per vedere ed avere il conforto materiale di avere almeno la situazione sotto controllo.
E' freddo, tanto freddo.
E' una di quelle serate in cui ho voglia di dire la verità, a costo di far uscire le lacrime e voglio dirla a me stesso e forse anche agli altri, che continuano a far finta di non vedere cosa c'è veramente dietro a quello sguardo che "...si vede che ha sofferto..." (cit. Daria). Ho voglia di dirmi, mentre affrontiamo le curve di San Martino, involandomi verso la Val di Merse, che devo davvero fare tabula rasa in ogni campo.
E' l'imperativo adesso.
Lo volevo anche io, tempo fa, quello stupido e inverosimile finale da film, nelle notti in cui piangevo tentando di fare il massimo silenzio per non dire niente a nessuno, in cui mi sentivo cullato da presentimenti dolorosissimi.
Lo volevo anche io quel campanello di casa che suonava, la mia voce che dice "...chiedimi scusa..." e la musica che ricomincia a suonare nella vita che era divenuta scevra di suoni, e i colori che d'improvviso tornano a popolare un mondo vissuto nella scala di grigi per troppo tempo. Forse per tutti i mesi in cui avevo atteso, in modo sin troppo passivo, che qualcuno prendesse la via del ritorno e si scusasse. Ma forse è trascorso sin troppo tempo, o forse troppo poco.
Sono il primo a non saperlo. Ma fatto sta che la deadline è stata attraversata e il mio motore si è riacceso in volo.
E il Natale arriva, così improvviso, con il suo carico di obblighi e forse di soddisfazioni, con i regali ricevuti che saranno piccoli e quelli dati grandi. C'è un vento nuovo, e un obiettivo vivo e concreto, non uno stupido finale da film.
Il mio Natale è arrivato (in anticipo), con un regalo nuovo e inaspettato, ancora da scartare e da vivere.
(Poco) Sentiti Auguri di Buon Natale a tutti.

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