giovedì 17 novembre 2011

Paura di amare - citazione da.......


Questo non è mio. Ma della "Conservativa che arriva in fondo" ed è una delle sue creatura di prima di entrare nella nostra squadra. Prendila come un tributo alla tua opera e al tuo talento.




"...Guardo fuori; il cielo è grigio. Di quel grigio argenteo sottile in cui quasi rivedi la tua immagine riflessa, quel grigio che ti rispecchia, che rispecchia il tuo umore, che ti copre e ti protegge da un cielo azzurro nascosto; troppo vasto, troppo puro, al quale ancora non puoi arrivare, al quale forse non arriverai mai. Rimarrai semplicemente lì, immobile, incantato, in quella posizione eroica e solenne con il braccio disteso ed il dito in alto a puntare a non si sa quale stella invisibile, una ben precisa stella sospesa tra tante altre. Una stella che non splende di più, ne di meno. Una stella impropriamente detta “qualsiasi” in un oceano qualunque, perche’ ben poco importano le determinazioni, i nomi, gli epiteti, quando vedi lo splendore e l’incanto di qualcosa di straordinariamente comune. Così rimango io, ferma a puntare al cielo coperto dalle nubi protettrici, cariche di pianto stellare, cariche di accumuli gassosi che come pensieri si spostano: passano, ritornano, si smontano, rinascono, simili ma sempre diversi. Apparentemente uguali, perche’ nessuno vede cosa succede dentro ad una nuvola. La mia giornata è triste, come questo cielo. I ciliegi nel parco che intravedo dalla mia porta finestra sono in fiore e risplendono di quel rosa pallido su una distesa d’argento. Il prato è ancora, come fosse una contraddizione della natura, paradossalmente verde e rigoglioso. Tutto questo non basta a rallegrarmi. Non bastano i fiori rosa del ciliegio, non bastano i diamanti preziosi dei fili d’erba, ne’ la consapevolezza di un cielo dietro alle nubi, nemmeno la perfezione dei cipressi in questo panorama così toscano, ricco di tempo e di poesia.


Ho la consapevolezza di avere perso, ho la consapevolezza di non aver avuto la forza di amarti. Saperti felice lontano da me è al tempo stesso una consolazione ed uno strazio. Vorrei essere io a renderti felice, vorrei poterlo fare davvero, senza pensieri, senza rancori. Eppure questa rabbia che ancora porto in corpo si comporta come una palla al piede o come un bambino capriccioso che trattiene la mamma frettolosa in procinto di andare a fare la spesa. In ogni mio gesto tu la vedi, la senti e questo ci porta ad inutili lunghissime discussioni, questo ci previene dall’essere felici insieme. Lo ammetto, non ci credo più. Vedo solo l’apparenza, l’apparenza che ti fa stare bene via lontano da me, quando esci e fai la tua vita, che non è la mia, lontana dalla mia. E tutte quelle cose che avrei voluto fare cadono in un vortice di tristezza, come una morte consapevole a cui ci si abbandona quando non si hanno più speranze. Vorrei riprenderli, ma non ci riesco, sono troppo ferita, non ho la forza. Mai e poi mai vorrei giornate come queste… quanto vorrei salutarti sempre col sorriso sulle labbra, guardarti e pensare che non esiste uomo che mi renderebbe più felice. Non ce la faccio. (...) Non posso combattere ne’ quel che credo essere giusto, ne’ quel che provo. Sono costretta tra due muri, senza sapere quale dei due dovrei buttare giù, entrambi sembrano infrangibili, ma finche’ non lo faccio potrò solo scorrere in avanti, per sempre intrappolata. Quanto vorrei crederci ancora… peche’ io lo so che potremmo essere felici, che in un qualche altro universo in un’altra situazione lo saremmo stati, che puoi dare tanto, che non sei la persona che ho dipinto per proteggermi, che se 8 anni fa fosse andata diversamente avremmo iniziato in modo migliore, ci saremmo trovati all’istante, senza nemmeno bisogno di parlare o di chiarire. Invece tutto è andato storto, due volte a distanza di così tanti anni. Incomprensioni, ferite, rabbia repressa e conservata in tutto questo tempo… tra di noi ci sono barriere enormi, insormontabili inizio a temere, eppure la parte più intima di me vuole distruggerle. Si dice che volere è potere, ma non ci riesco, inizio a dubitare anche quello. Metà di me stessa vorrebbe solo escluderti dalla mia vita, fuggire via lontano, trovare qualcuno che mi ami con cui essere me stessa senza bisogno di cambiare, di aggiustarsi, di strade per migliorarsi, ma solo per migliorarci. L’altra parte di me sa che probabilmente tutti questi pensieri non sono che frutto di questa rabbia, di una visione che ho creato non potendola avere completa e chiara. Non ho certezze in mano, non ho niente, non so nemmeno più quello che sento, tanto sono confusa. Vorrei che queste due metà di me si dividessero ed evitassero di creare questo miscuglio velenoso che sono diventata. Non faccio che caricarti di colpe, fartele vedere anche quando non ci sono o quando proprio non ne avresti bisogno. E tu, tutte quelle cose che dici sono vere, ma io non sono questa. Non sono la persona che sto mostrando, quella fredda, triste, malinconica e priva di fiducia. Non sono la persona che non dice ti amo. Il problema è che non so se con te riuscirei davvero ad esserlo. A non sentirmi giudicata, a sentirmi voluta ed apprezzata per quel che sono, a fidarmi di te, a sentire che non desidereresti essere da nessun’altra parte del mondo senza di me, che non riesci ad immaginare i tuoi giorni con me lontana, che tutti questi pensieri erano un’assurdità perche’ tu mi hai sempre voluta vicina ed è per questo che non ci siamo mai divisi, nemmeno nei giorni più bui. Allora forse potrei essere me stessa, ma chi ti spingerebbe a sentire tutto questo nei miei confronti? Adesso solo la realtà mi guarda in faccia, una realtà triste in cui non ti rendo felice, in cui rovino le tue giornate, in cui ti tratto come se fossi un mostro. La malinconia, l’amarezza, la tristezza fanno da sfondo alle nostre chiacchierate sempre così ansiose ed in pena come fossimo due condannati a morte che si incolpano a vicenda. Quanto vorrei spazzare tutto via, crederci pienamente e cancellare ogni malinconia, lasciar spazio al pensiero che noi ci siamo, che noi…siamo. Condividere tutto, stare insieme, rimediare alle nostre colpe, dimostrarci ogni giorno quel che sentiamo. Invece tutto ciò mi causa un’enorme paura. Ho paura a stare con te senza maschere ma anche di non stare con te. In parte penso che se ti perdessi dovrei evitarmi tutto questo liberarsi dalle maschere, questo rivelarsi quale noi stessi ed il pensiero spaventosamente mi allieta. Ho paura a mostrarmi come sono, a sentire la mia voce che ti parla, a comunicarti. Ho paura quando mi mandi un messaggio, temo di leggere ancora la tua tristezza e rassegnazione tra le righe. Ho paura di un addio imposto dal pensiero che non riusciamo ad essere sereni, ad essere felici. Ne ho la consapevolezza, non ci riusciamo, dentro di me non ti ho perdonato ma lo voglio fare, voglio andare avanti ed essere felice. Vorrei solo sapere qual è la strada, qual è la strada che ti fa sembrare le tue ferite così piccole, che ti fa correre con le ossa rotte ed i legamenti indolenziti, che non ti fa vedere gli errori dell’altra persona ne’ fa ingrandire il tuo malessere, che invece di farti chiudere ti apre ancora di più fino a mostrare anche l’anima, perche’ ci credi, perche’ stare con quella persona vale più di ogni altra cosa al mondo, di ogni ferita infliggibile, di ogni sofferenza durante la corsa. Vorrei tanto trovare quella strada, ma temo di non riuscirci, temo di avere già perso, più di tutto temo che anche lui tra poco potrebbe rassegnarsi allo stesso pensiero.. Ho paura di non riuscire più a credere a niente, perche’ in fondo è questo che sono: una persona che non sa credere, che non crede, tantomeno a quello che vorrebbe credere, nemmeno quando quella scommessa vale tutta la sua vita. E un fiorellino si stacca di ciliegi color rosa antico. Da lontano lo guardo e spero tanto di non dover fare la sua fine, spero per noi di non appassirci, di non piegarci a questo vento, di rimanere attaccati al ramo che siamo noi, di essere sempre più forti e di poter splendere in un bel giorno di primavera che non tarderà ad arrivare, sotto un cielo azzurro ed un sole caldo e che così possa essere finche’ il tempo sarà con noi e continuerà a scorrere, per tutte le stagioni di tutti gli anni che ci saranno. Lo spero, e con questa speranza è ancora più triste constatare che non riesco a crederci, non riesco a credere nelle cose belle, a quelle per cui vale la pena vivere. Spero solo che esista una salvezza, da qualche parte, in qualche nube, fiore di ciliegio, filo d’erba o forse nel cielo azzurro. Ho bisogno di credere...."

1 commento:

  1. Non mi ero accorta della condivisione, grazie di avermi fatto rileggere questo pezzo di passato e di avermi fatto vedere quanto il mio modo di vivere sia cambiato e soprattutto quanta strada ho percorso per arrivare a casa, senza nemmeno accorgermene :)

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