lunedì 7 novembre 2011

Impalpabile profumo d'inverno

23C'è uno strano profumo nell'aria, oggi. Non riesco a comprenderne la precisa fragranza, né a categorizzarne l'essenza. I primi di novembre sono caldi, caldissimi, come la febbre che oggi se n'è andata, come la pioggia sferzata dal vento di scirocco che sta martoriando questo Paese che sta sempre più male.
C'è il vento da sudest che fa sentire e percepire il netto, nettissimo cambiamento che tutta Italia si aspetta. Un cambiamento generale, direi.
Lo definirei profumo d'inverno, di stoppie bruciate nei campi, di sole basso e piacevole. Viene voglia di tuffarsi nel passato, quello che ci faceva sentire sicuri e abbracciati nel caldissimo piumone fiorentino, quello che conferiva sicurezza, tanta sicurezza, ma poca emozione.
Ma la voglia di salutare è tanta e allora parto. Come sempre.
Ss2 Cassa Sud, km 204, 115km/h. Ritorno da Montalcino, ho fatto un tuffo nel passato, stasera. Un piacevole tuffo nel passato.
Dopo la febbre, la macchina nuova si sente parecchio a suo agio nei tornanti di Montalcino, nella salita del Punte d'Arbia. E' un misto veloce, quello della Cassia, adattissimo alle caratteristiche dell'Eroica, potentissima ed esuberante, piattissima nelle buche, sempre piantata in terra.
Ma questa strada non è sua. Eroica, mi spiace, questa Cassia è dell'Ammiraglia. Qui dava il massimo. Si saltava, a Ponte d'Arbia, si stringeva la traiettoria quasi in modo repentino, a 3000 giri in quarta e un rombetto che rasentava quasi lo sportivo, con una cupa tonalità da turbodiesel.
Le emozioni effettivamente risultavano circoscritte a quel momento preciso. All'andata e al ritorno. Tutto il resto, non mi apparteneva.
L'eroica corre, velocissima. I 190cv sono piuttosto paciosi quando cerco di mettere la sesta marcia, non ricordando loro che in alto, con la nuova centralina che "mura" a 7000 giri, c'è un mondo nuovo.
La scarsità di emozioni di quello sciapo inizio 2010 fu proprio la causa del repentino stop dei miei passaggi sull'indimenticata Cassia. Andai a cercare le emozioni sulla 223, e le trovai. Ne trovai sin troppe.
E allora, nel silenzio dell'Eroica in crociera, sento con tutto me stesso che nella mia vita ci sono degli equilibri che sono stati ristabiliti. Il mio cuore ribatte. Il mio sangue circola di nuovo, oggi come un tempo.
Nelle vite altrui ci sono altrettanti equilibri ristabiliti, adesso: equilibri che a me fanno male, in quanto avevo creduto nella possibilità di scardinarli.
Equilibri che credevo, in terra costiera, che fossero forzati oer loro stessa natura, che fossero frutto di una sofferenza presente prima dell'arrivo del sottoscritto. E invece no. L'equilibrio è tornato, è quello di sempre, con gli stessi (forse) protagonisti. Un equilibrio strano che non mi riguarda.
Ci sto credendo ancora, dall'altra parte, stessa distanza. Sembra quasi che abbia preso il compasso e misurato la lenta, lunga apertura dei miei raggi d'azione. Ma i sentimenti non si misurano con strumenti tecnici.
Mi sono sempre domandato perché ho amato donne sbagliate e buttato al vento dei veri e propri terni al lotto, così come quella persona che ho visto stasera, così amica, così vicina, nonostante tutto.
Sapevo bene che di me aveva una considerazione elevata. E me l'ha spiegato cosa è l'autostima, come ricorstruirla.
E' un'amica, Giulia, adesso. Forse lo è sempre stata, anche quando eravamo insieme, complici di un destino che sapevamo bene non essere nostro.
Ma adesso siamo amici, davvero. Due persone che si stimano e si rispettano, che sono stati consci di star bene insieme.
Salita di Malamerenda, 120km/h di quinta, la spinta delle turbine è fortissima. So che sto vivendo una realtà cruda ma piacevole, e carica di speranze.
Il mio sangue ricircola, ho la capacità di vivere e di guardarmi intorno senza paure. Adesso, su questa strada, quella di casa, divento conscio che i sogni, senza un pizzico di realtà non si realizzano.
E a Francesco dico: vivi, smetti di esistere.

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