mercoledì 23 novembre 2011

Aspettando il 47

Non è stagione di Scirocco... aspetto che torni il vento del Nord a gelarmi la faccia per farmi riscoprire la sensazione di libertà che sa regalarmi con i suoi ricordi lontani nello spazio e ormai sempre più anche nel tempo; cerco di mantenere una qualche parvenza di serenità per non farmi trascinare nelle burrasche che vedo all'orizzonte; ma torno in porto senza aver raggiunto alcuna meta, come sempre. E da lì immagino di tornare dove ho avuto i più bei incontri con il vento del Nord.


Inizio a ricordare il viaggio verso Kvikkjokk, e immagino di salire di nuovo ad Älvsbyn sul simpatico bus bianco, rosso e blu della linea 36 in direzione Jokkmokk; tre ore di foreste e colline con qualche raro gruppo di case sparso qua e là, attraversando il Circolo Polare Artico poco prima di arrivare. Altri pensieri mi attraversavano la testa allora, forse ancora troppo acerbi, mentre il caldo e comodo autobus a base Volvo, modificato per adattarlo all'uso in quelle terre nordiche, così diverse dalle nostre, incredibilmente affascinanti, correva a 80 all'ora senza alcun timore su quelle strade ghiacciate che stavo imparando a conoscere e ad amare, verso un'altra tappa di quel lungo viaggio.


Ma ora non vedo ancora la linea 47 che mi aspetta per l'ultima tappa; è già buio, com'è giusto che sia a quelle latitudini dove d'inverno il sole non si vede, ma la vita a Jokkmokk è ancora frenetica, nonostante la temperatura  sia 20 gradi sotto lo zero (per quanto frenetica possa essere la vita di un paesotto in terra lappone d'inverno...). Mi metto comodo nel caldo della sala d'attesa, faccio un giro al supermercato, in libreria, e attendo ancora il Larsson-Scania della linea 47, fiducioso. Anche se questa volta potrei decidere di scegliere un autobus diverso, verso un'altra meta...

Ed in questa attesa speriamo che le terre emiliane facciano il loro lavoro di bonifica mentale, almeno temporanea.

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