domenica 20 novembre 2011

Velocità di crociera

Superstrada Due Mari, tratto Monte San Savino-Arezzo, 150km/h. L'Eroica è lì, in corsia di sorpasso, che ci vuole restare quale fosse quasi a casa, ad alta velocità. Col Cruise control impostato, l'Alfa ritorna una bambina silenziosa.
Lo sentii per la prima volta, mi pare, al ritorno da Roma in un freddo e quasi particolare 8 dicembre pieno di sorrisi, quando la Mito, da poco fregiata del titolo di Eroica, teneva 140 di crociera e qualcuno accanto a me disse "ma non fa rumore?" e io tutto gonfio di piacere per il nuovo acquisto (e per la felicità riacquistata) risposi: "no, nessun rumore. Bella eh?".
La Mito, allora Eroica da qualche giorno, non si rendeva ancora conto di quello che aveva aiutato il pilota a fare, mentre l'ignara passeggera dormiva, sorridendo. Passavano semafori, il sole calava, in quel dopo pranzo di dicembre, mentre il pilota si levava gli occhiali, impostava il cruise alla velocità "poco sopra il limite autostradale", e Civitavecchia si avvicinava, mentre un inebriante, dolce e forte profumo di Trussardi invadeva l'abitacolo e il silenzio non faceva male, con quei capelli castani davanti ai miei occhi quando giravo lo sguardo, con quel collo sbilenco negli scomodissimi sedili dell'Alfa non facevano male alla gioventù dei 19 anni con la sua invincibilità.
La Mito pareva una servitrice affidabile, ma non aveva ancora palesato i suoi difetti che tante migliaia di € in questo ultimo anno mi hanno fatto spendere, per renderla il mostro che è adesso e per alleviare temporaneamente dei dolori.
Sceso il carico e fatta la solita 223, a casa iniziò una parabola di felicità.
Ci ripenso. Ripenso a quella velocità che io prendo: a cosa serve procedere in crociera medio/alta? Serve a raggiungere la felicità.
Semplice.
L'obiettivo lo sappiamo tutti in teoria. Le rotte le sappiamo costruire, col compasso e le carte nautiche. O almeno, io conosco questa strada, mentre l'Eroica evoluta, che in questo anno di vita ha cambiato la sua personalità, come chi dormiva accanto sul sedile di destra.
Il tempo passa, la gente cambia: e so bene che nella lunga durata di questo viaggio ho sperato in secondi piloti che mai si sono palesati, ma questa è un'altra storia.
Ora sono a velocità di crociera, non alta a dire il vero. Quei sani 140km/h che ti fanno fare la strada giusta senza strappi, senza frenare troppo.
Sono quei 140km/h che ti consentono di capire che tracciare rotte precise, ma soprattutto seguirle, è difficile.
E allora continuo. Il deserto c'è di nuovo ai lati. Non ci sono stazioni di servizio per 200km ma il serbatoio è pieno e tutto è efficiente. C'è una palese sensazione di mancanza, che permea ogni momento, ogni istante che la mia notte sin troppo lunga mi offre, e che mi fa percepire quella sensazione di inutilità, di difficoltà, adesso, di farmi capire col mio linguaggio.
Forse le persone capiscono più le parole vuote della maschera straparlante che ero prima di adesso.
E allora proseguo. Ancora. E rifiuto ogni, ancorché provvisoria, parvenza di perfezione, ricercando invece, in ogni mio gesto, di carpire i difetti affascinanti che posso avere, le note stonate che ti fanno girare, il tocco leggero della pelle sul volante.
La velocità di crociera è questo: crederci ed arrivare. Buon proseguimento, piloti, nel viaggio della vita. La cui meta chissà qual è. E se c'è.

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