martedì 23 ottobre 2012

Viali alberati

Via Senese, Grosseto, 70km/h. Il sole splendeva qualche giorno fa nella città aldobrandesca, in una giornata contraddistinta dalle forature delle gomme, dal rapido cambio gomma in cravatta, da un convegno che poco aveva di interessante se non la Collega seduta alla mia destra, con qualche anno più di me, ma conscia di avere un notevole mazzo di carte da giocare per affascinare i giovani legali provenienti da fuori e infilati come un pesce d'acqua dolce nel mare.
Comunque sia, la Senese, come la chiamano loro, è un viale alberato.
Ci sono tantissimi tigli su quella via, che si fanno spazio dopo due distributori posti all'uscita della SS223 di cui è naturale prolungamento, sormontano l'automobilista e si riflettono sulla lucida vernice delle vetture pulite.
Di notte, si riflettono ancora, unitamente al giallo dei lampioni ivi posti. I raggi di luce hanno rimbalzato così tante volte sulla vernice rossa a velocità oltre ogni limite del buon senso, oltre che imposto dal codice stradale per vie di comunicazione di categoria ben superiore ad una strada urbana.
La ragione è che questa strada era la prima "via d'uscita" da qualcosache non andava, in quel famoso viaggio di ritorno che costituisce, tranne in rare eccezioni, il preludio dell'arrivo verso casa, verso il presunto sollievo della mente e del corpo.
Fatto sta che mercoledì scorso ero ancora fidanzato, e speranzoso che le cose cambiassero a nordest.
Percorrevo questa strada a 70km/h, senza sfigurare nonostante le "briglie tirate" all'Eroica Mito causa viaggio su tre ruote e mezzo per il ruotino di scorta.
Il viaggio è lentissimo, massimo 80km/h. Il cavallo zoppo correrebbe anche, ma non ci riesce minimamente. Mi sorpassarono sui tratti pianeggianti dell'E78 pure le autocisterne, salvo riprendermi la mia gloriosa posizione in salita, in modo lento e misurato.
Proprio adesso voglio riprendermi la mia posizione.
Quella che mi spetta in amore. Voglio lottare di nuovo, riprendermi la donna che avevo accanto.
La donna con cui avevo pianificato di vivere gli altri 60 anni che mi resterebbero teoricamente su questa Terra.
Ma cosa fare adesso?
Dare segni?
E' tutto così confuso e confondibile.
E' tutto così triste ma sopportabile. E' tutto così incomprensibile.

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