domenica 7 ottobre 2012

E tu che sogni di fuggire via...



La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare. 
Una frase che mi frulla in testa da alcuni giorni e che, oggi più che mai, mi sono ripetuta più volte.
Sono seduta mentre aspetto il treno che mi riporti a casa dopo l'ennesimo weekend in giro per  l'Italia. 
Mille pensieri in testa, i soliti bilanci di una giornata piena di emozioni, le solite delusioni e le lacrime che scendono dal viso di una amica cara a fianco a me. 
Nel binario di fronte a noi, due nonni portano a spasso la loro piccola frugoletta con gli occhi incuriositi da questo complesso di ferro che porta in giro migliaia di persone e che scorre velocissimo davanti a lei scompigliandole i capelli biondi e ricci. Chiede al nonno di portarla a prendere un gelato e a me, automaticamente, la mente va a quando avevo la sua età: piccola, con la voglia di esplorare ogni minima cosa mi circondava, con l'unico pensiero di giocare fino a crollare sfinita e dormire ore e ore come un angioletto. Rendo partecipe di questo ricordo anche la mia compagna di viaggio e un leggero sorriso illumina, per un attimo, i nostri visi. 
Il viaggio continua e la mente corre alla stessa velocità di questo treno, fermandosi a qualche ricordo un pò come il treno alle stazioni. Il mio capolinea, quello che vorrei raggiungere, però, ancora non so dov'è, non so chi sarà là ad aspettarmi per prendere le mie valigie piene di ricordi, di pensieri, di dubbi, di lacrime, di delusioni e abbracciarmi.
Il capolinea a cui papà mi aspettava era a pochi km ma io avrei voluto viaggiare ancora, continuare a pormi quelle domande alle quali so come voglio rispondere ma che il destino, la vita o non so che altro, mi impongono di dare una risposta diversa: perche "è giusto così".
Ma in certi casi il "giusto" vorrei davvero dimenticarlo, scollegare per un attimo il cervello e "sfogliare a caso le pagine di questo libro" che è la vita, la mia vita. Voglio, per una volta tanto poter sfidare tutti e vincere, anche se il trofeo è insignificante apparentemente, per me quel trofeo vale più di tanti altri riconoscimenti. Ma la sfacciataggine di lottare in modo anche scorretto pur di avere la meglio non mi appartiene, e mai mi apparterrà; seduta in questo mio angolo di solitudine con la sensazione di un nodo allo stomaco, di un luccichio agli occhi e di avere davanti un libro che non riesco a scrivere pur avendo la penna in mano...

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