venerdì 12 ottobre 2012

Mute mode on

Ci sono modalità in cui i telefoni stanno zitti. A volte basta premere un tasto, e certe ansie che essi generano svaniscono in un sol colpo, salvo poi ripresentarsi dopo ore quando uno li riaccende.
Altre volte gli stessi cellulari non suonano. Magari è proprio il tuo che non ha voglia di accendersi.
O meglio suonano perché vieni contattato da chi non vuoi, e le conversazioni diventano sterili, asettiche, composte.
C'è chi non chiama né scrive. Giusto tutto in linea di principio. Ma tutto questo genera un vortice di ansia, insormontabile, che non mi fa star tranquillo.
Quando i pochi contatti arrivano, sembra quasi che siano gocce d'acqua nella bocca aperta di un assetato.  Un assetato che deve attraversare un lungo deserto senza riserve né conoscere il territorio in cui passa.
Questo sono io. Messo in pausa, con le giustificazioni vere e sincere di chi dice di amare, che "...mi vorrebbe accanto ma non con l'aura negativa che ho portato...".
Fermarsi per ripartire. La strada sarà lunga, come mi è stato detto.
E l'assetato cammina, giorno giorno, nel suo totale deserto. Il sole cuoce, l'acqua scarseggia.
Ma ogni tanto qualche cosa avviene. Ogni tanto piove. Ogni tanto ritrovo la forza per ripartire e camminare, per accumulare quell'acqua che manca.
Ma ogni chlometro superato è una piccola vittoria. E so che se anche questo deserto avrà la meglio su di me, varrà la pena di aver tentato.
Perché ti amo, mai come adesso.

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