venerdì 5 ottobre 2012

Paused - reazioni naturali.

Via Nova, tratto discendente, 60km/h. Non ho voglia di camminare stamani, non so come mai, ma l'Eroica aiuta a districarsi nel traffico a colpi di sorpassi e di mosse un po' strane.
Non accendo nemmeno la musica, nella tipica indigestione da "situazione sotto controllo" dopo esser stato messo in pausa da chi amo.
Pausa. Come nello stereo. Pausa. E chi ripigerà il tasto "Play"?
Non ho mai concepito queste situazioni. Mai.
Nel frattempo, mentre passo accanto alla Stazione di Colle, il ruggito di un vecchio pullman Setra fa da musica, quantomai giusta, per qualche secondo, a questo scenario un po' vuoto ma, stranamente, sereno.
Certo, è un andamento sinusoidale. Questa fase la conosco. Pausa. Pausa. Pausa. La Pausa, quella con la "P" maiuscola, ti traghetta direttamente, come il pullman n.6 (autocit.), nello strano scenario infinito della singletudine. Ma ti ci traghetta piano, come uno scivolino del varo delle barche.
Ti traghetta nelle megastoppe colossali alle feste. Nei rientri controversi. Nelle nottate strane.
Nel tassello più sfrenato di poveri elementi femminili che si fidano solo dell'involucro e non sanno che l'anima è sempre a 223km di distanza. Guarda caso, proprio 223 in nome della numerologia ricorrente.
L'anno scorso era così. Lo scenario pare una bella fotocopia, però stavolta a colori, del rientro da Orbetello.
"...La tua ironia ti salva sempre. Anche se in calcio d'angolo...", diceva una persona del mio passato. E' vero, ma in questo caso devo anche comprare un portiere di quelli bravi.
E allora perché strane coincidenze prendono forma coneffetti reali  in quello che  mi circonda?
Evviva la singletudine e la libertà. Degli altri. 

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