martedì 9 ottobre 2012

Viaggio nel tempo

Attendo con pazienza un regionale Trenord, destinazione Tortona, due amici ad attendermi, mentre sul binario successivo arriva un elegante Italo; osservo con un po' di invidia i passeggeri tranquilli all'interno chiedendomi quando avrò l'occasione di salirci di nuovo; oggi non lo prenderò, oggi la mente corre lentamente, alla stregua del paesaggio visto dal piano rialzato di questo regionale che moderno non è più, all'indietro; come diverse altre volte negli ultimi giorni ripercorre alcune tappe di questi dodici mesi passati nella mia barchetta in balia dei venti.

Parte dalle propaggini sudorientali del Piemonte questo viaggio, da un pullman che correva nella notte, una voce allora ignota, curiosità, amicizie in divenire, un viaggio di rientro per buona parte alla guida della BMW dell'amico maestro pilota con i primi discorsi dettati dall'esperienza associativa dell'anno precedente che iniziavano ad uscire senza fatica dalla mia bocca.

Poi i muri contro cui ho iniziato ad andare a sbattere, le violente frenate, le prime ansie, le inutili fughe notturne ad alta velocità, i silenzi che già facevo fatica a gestire, la lucina del telefono che non si accendeva ma pure le prime flebili folate di Scirocco ed una voce ancor poco familiare che cominciava ad attraversare l'etere, bit dopo bit; tutto questo fino a due giorni trascorsi in un universo parallelo, a seguito dei quali tutto ciò sembrava dover avere un termine. Ma a quanto pare non è andata così.

Certo, non c'erano più i muri davanti a me, in fondo avevo comunque cambiato strada; eppure hanno iniziato ad arrivare, una dopo l'altra, folate di brezza leggera da sud-est che mi regalavano qualche tramonto sereno nonostante le nuvole tutt'attorno che coprivano il sole a tratti; e non si sono fermate; anche quando il sole non splendeva più mi ridavano la forza necessaria per continuare a guardare avanti. Sono passati così dei mesi finché, dopo un lampo di verde, mi sono ritrovato senza accorgermene di nuovo in mare a seguire di bolina quella che ormai non era più una brezza ma un vento teso.

Mi sono incautamente infilato nella tempesta, uscendone malmesso e disorientato, non capendo più quale fosse la rotta da seguire, pur riprendendo a risalire di bolina stretta quello Scirocco che avevo mesi prima abbandonato, ora fin troppo invitante, rischiando di scuffiare, di superare quel limite oltre cui l'equilibrio viene a mancare; fino alla bonaccia attuale. Ora, esattamente un anno dopo, come previsto dal recente bollettino del mare, quel vento soffia altrove, lasciandomi il tempo di riparare le vele e di riflettere sul da farsi.

Ora che il sole ha mostrato di nuovo qualche raggio, ora che l'Oceano non sembra più così lontano, ora che guardare indietro sembra fare meno male, ora che comunque continuo a non capirci niente, ora che diversi dubbi hanno lambito anche la sfera professionale, ora che faccio nonostante tutto ancora fatica a pensare a me stesso ed al mio futuro, ora che stanno cambiando i canoni con cui valuto quel futuro, ora che ho paura di quando lo Scirocco tornerà a soffiare, ora che questa storia, questo viaggio nel tempo, avrei voglia di raccontarla senza metafore dall'inizio e di affidare queste parole al vento.


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