lunedì 2 gennaio 2012

Benvenuto 2012 (al passato remoto)


Il 2012 arrivò, al ritmo di scoppi di botti, e di una spensieratezza forzata che il mondo deve condividere.
Secondo i Maya ci avanzano ancora 353 giorni da vivere, ma io non credo a queste dicerie.
Arrivò l'anno nuovo, con il suo carico di speranze per tanti, con i bilanci e i propositi di chi è rimasto insoddisfatto, forse in modo inevitabile, dal 2011.
Fuochi, troppo alcool, troppi dolci: finisce così questo controverso anno.
Un 2011 particolare, il mio. Non sono solito fare bilanci ma, adesso un resocontino e una serie di propositi credo che appaia opportuno.
Partito bene, benissimo. Finito meglio. Ma nel mezzo parecchi bassi e un finale al fulmicotone. Partiamo dal presupposto che il lavoro è andato bene, benissimo, anche se ho sempre voglia di migliorarmi.
All'inizio si camminava piano, ma il tutto ha avuto, attorno alla prima metà dell'anno, una brusca accelerazione, pressoché contemporanea con la fine dei sogni cotivati e forse sin troppo ostinatamente nelle zone maremmane.
E ora ci rido, sin troppo, di quello che era quel sogno incanalato sui binari dell'ostinazione eccessiva e della paura di perdere una persona.
Iniziò una serie di momentanee interruzioni della lunga attesa, di cuoi infranti, di ricerca di felicità forzate.
Tutto sbagliato. Ma dagli errori si impara. Ancora una volta.
Di questo 2011 c'è una cosa che voglio sottolineare, al di là del finale al fulmicotone.
Ho trovato un amico, vero, lontano ma vicino. Uno che scrive qui, e che sopporta ogni mio errore, arrosto, broccionaggine. E' vero, gli amici ti prendono per come sei, e ti stimola a cambiare.
Ecco, ora sono stimolato a cambiare e a migliorare.
Il 2012 sarà il mio anno. E spero sia anche il suo.

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