giovedì 26 gennaio 2012

Chicanes



Circuito di Magione, o meglio, autodromo dell'Umbria "Borzacchini", la fine del rettilineo lungo prima del Curvone si avvicina. I cartelli a sinistra si susseguono dandomi le metrature, dapprima 150m, poi 100, poi 50.
Era il triste, tristissimo mese di luglio 2011, e al track day, nell'illusoria idea di scacciare, anche solo per un attimo, i fantasmi che ancora si traducevano in lacrime, sangue, e pensieri sbagliati, avevo noleggiato una Porsche Cayman S alleggerita.
I suoi 320cv qui sembrano più che sufficienti, pensai quel caldo giorno, avvolto nella tuta dell'Ape Maia che da tanto tempo risiedeva in naftalina nell'armadio del dimenticatoio, da quando, ancora acerbo ragazzo impaurito, dissi addio a tutto quel controverso mondo delle quattro ruote.
Avevo voglia di riprendere da mesi: ero pressato dalla solitudine, dalla forza che questa stava avendo su di me, come il timoniere sulla barca a vela.
Il 6 cilindri della "mezza Porsche" urlava regolare, sin troppo, sopra i 7000 giri, quasi nel rosso che qui inizia a 7500. Il mio cuore, all'epoca, urlava all'unisono, ma in modo molto più assordante. Nelle chicanes giravo, cattivissimo, il volante, tentando di aggredire i cordoli con la forza della rabbia che non avevo perché moderata dalla rassegnazioe.
Rettilineo lungo, di nuovo, 250km/h, il cartello dei 150m inizia a stagliarsi sulla sinistra. Il mio piede destro si attacca al pedale del freno, via 2 marce, dentro il Curvone. Inevitabilmente entro troppo veloce, ma la macchina mi perdona, come si fa con i bambini ingenuotti che ritornano in pista dopo tanto tempo.
La macchina nera è lì, piantata nel mezzo del brevissimo rettilineo tra il Curvone e la Monte Sperello.
Un paio di Mini, di cui una con due scarichi immensi e un alettone a biplano, passano accanto a me e mi sfilano. Do loro vantaggio.
Mi rigiro e rientro. Prima-Sesta. Fondo. I cordoli scorrono, come il tempo di questo turno di guida di mezz'ora, sulla via del miglior tempo.
Una mezz'ora guadagnata della mia vita, di nuovo, pensai mentre uscivo come un proiettile tra la Curva Zampini e la seconda esse.
Adesso ricomincio a correre. Di nuovo. E non da solo.
Ricomincio a vivere, perché il 2011 è finito nel modo migliore, e il 2012 è iniziato ancora meglio, con la consapevolezza che quello che c'è adesso durerà.

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