martedì 17 gennaio 2012

Il sole tramonta sul mare tra gli ulivi

La strada dopo i bivi presi a caso riprende a salire; i mondi paralleli restano temporanei e confinati; i venti non soffiano più ed i tramonti, anche quelli visti verso il mare tra gli ulivi, sembrano non avere più i colori che avevano prima. Solo l'asfalto continua a correre sotto le ruote, e non solo quello; terra, sassi, fango, erba... avanti comunque, stando attento a non rovinare il mezzo, anche se qualche sasso è impossibile da evitare e qualche volta ho toccato, causa anche i grandi pesi trasportati.


La strada riprende a salire già di suo, quando, nonostante le barriere, nonostante le dimenticanze, arrivano notizie con tempismo perfetto, quasi calcolato (anche se in mezzo a tutti quei sassi non me n'ero accorto), che distraggono il pensiero e lo sguardo; ma non devo fermarmi a farmi ingarbugliare la mente da eventi che non mi riguardano più, eventi che, pur incarnando la natura dei cambiamenti che provo ad impormi, non fanno più parte della mia vita.

Ora non ci devono essere distrazioni, lo specchietto retrovisore va pulito bene per non avere più dubbi su quanto mi sono lasciato alle spalle; la musica è leggermente cambiata, c'è più ritmo ora, a tratti spensieratezza; le voci sono cambiate, quelle voci che mi tengono compagnia durante i miei viaggi; la strada è cambiata: non ci sono più le dritte A4 ed A57, al loro posto sono arrivate la tangenziale nord e poche centinaia di metri sulla SR308, numerazione fin troppo conosciuta, ma un tratto atipico in direzione opposta e contraria, tre corsie sopraelevate per raggiungere in un unico balzo, dal bivio verso la meta dolorosa (bivio dove ora invece mi tengo sulla corsia di sinistra), la scolorita zona industriale, sinonimo di produzione per i più, ma di costante improduttività per me.

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