venerdì 30 marzo 2012

Centosettantanove

Perché quest'inquietudine? Perché questa voglia di tornare a risalire quelle scale che non avrei voluto scendere? Perché questa ostinazione nel continuare questa traversata oceanica di bolina con il mare mosso ed il vento che va e viene? Perché questo continuo scontrarmi con le mie paure? Perché questa paura di sbagliare? Perché questo continuo sentirmi inadeguato alle situazioni, alle persone, alla vita? Perché questa mia ossessione con i numeri incompleti? Perché novantanove e non cento?

Restano ancora troppe cose da fare, troppe cose da dire, troppe parole rimaste dentro, troppi dubbi, troppe paure, troppi discorsi da completare; e c'è ancora tanta voglia di salire in macchina, partire e cantare a squarciagola, per distendere quelle tensioni che continuo a crearmi a causa di risposte che non arrivano perché ho paura a fare le domande. Rivoglio il sole, rivoglio le stelle, rivoglio quelle due ore e mezza di felicità, voglio fare altre pazzie... pazienza, devo avere pazienza... non mi è mai mancata, perché ora mi fa questi scherzi? Cosa è cambiato?

Eppure un po' alla volta sembra sistemarsi tutto, sembra che le cose e gli eventi convergano, ma ho ancora paura di andare a sbattere contro un muro, ed ora ho timore di finirci ad alta velocità e quasi senza protezioni. Allora alzo di nuovo il volume della musica per cercare di coprire ed assopire i miei pensieri, con qualche, seppur scarso, risultato; ma la mente corre sempre là, ripercorrendo al contrario quelle scale e quei binari che per due volte mi hanno riportato a casa col sorriso ma con tutti i dubbi ancora al loro posto.

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