mercoledì 7 marzo 2012

Attese disorientanti

Linea ferroviaria Milano - Padova, il Frecciabianca delle 19.05, facendo quello che può, con un vagone con problemi elettrici, riprende la sua corsa mentre il giorno ormai aveva finito tutta la luce che aveva in serbo per quel piovoso lunedì; il treno parte ed i posti di seconda classe della carrozza 6, dopo il tumultuoso transito degli ultimi passeggeri saliti di corsa ad inizio treno, appena la situazione si tranquillizza, iniziano a raccontare le loro numerose storie. E provo a completare le storie a metà carpite da telefonate e sguardi di cui non posso conoscere il vero significato. Storie di tante attese verso un ritorno.

Una madre felice di tornare a casa dopo una lunga giornata lontano dal figlio, che non riusciva a nascondere la felicità e, con il suo sorriso, la diffondeva anche senza parlare. Un ragazzone di qualche etnia slava, taciturno ma gentile; gli occhi spesso guardavano all'esterno un panorama nascosto dalle tenebre; forse sognava la sua terra natia, arricciando lievemente le labbra ad accennare un malinconico sorriso. Una ragazza con un computer portatile lavorava alla composizione di un testo; forse un lavoro importante, forse avrebbe dovuto presentarlo il giorno dopo.


Tante avventure sospese in quelle due ore e pochi minuti di viaggio, in un giorno come tanti altri; ma ci sono ulteriori storie che vengono trasportate in quel vagone riadattato a nuova vita. Storie di attese professionali appena create, che potrebbero finalmente dare una svolta alla vita di un passeggero; storie di attese interiori che non fanno dormire, di emozioni forti e di visite improvvisate; storie di paure e tensioni che non se ne vanno; echi di turbamenti lontani e di missioni poi andate a buon fine; notizie di lotte che devono iniziare e di coraggio e speranza da infondere.

Come sempre le parole non bastano a descrivere le sensazioni che provo in questi miei vagabondaggi, i motivi che mi spingono ad andare avanti; quando servirebbero si bloccano e non mi aiutano ad esternare quanto sento. Sì, forse sono migliorato, e per questo mi sento di ringraziare due cari amici maestri piloti, ma la strada è ancora lunga...

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