lunedì 19 marzo 2012

Broken Strings

Autostrada A13, noiosissimi 125km/h di cruise control, torno da qualche ora finalmente spensierata dopo una settimana incastrato nei binari di spaventose montagne russe di cui non vedevo la fine. Questa volta ci sono volute le parole (e tante...) di quegli amici ed amiche che ormai hanno raggiunto lo status di fratelli e sorelle acquisiti, per farmi tornare a più miti pensieri; no, di fondo nulla è cambiato, ma almeno in queste ore sembra che io riesca ad affrontare le mie inquietudini ed i miei smarrimenti con quel minimo di serenità che non trovavo più.


I dubbi restano mentre, dopo aver ascoltato a volume già alto Best of You dei Foo Fighters con le mani che ogni tanto si staccavano dal volante a simulare l'incalzante ritmo della batteria, James Morrison mi ricorda prepotentemente che non si può suonare con delle corde rotte, allora alzo il volume a livelli che la mia povera Golf non ricordava e mi metto a urlare forte assieme a lui e Nelly Furtado. E non ci sono lacrime questa volta, non è la malinconicamente triste voglia di urlare di Elisa in The Waves, ma una voglia solo di liberare energie rimaste represse; forse per la prima volta non ci sono rimpianti, anche se continuo a sperare che non tutta la storia sia ancora stata scritta.

Andrea e Ilaria nei loro post più recenti hanno sviluppato una prospettiva di quello che è stata la loro vita da quando questo blog ha preso vita; a quanto pare per tutti quel giugno 2011, punto di partenza di questa esperienza condivisa, è stato un punto di svolta, un punto, il mio, in cui ho iniziato (con difficoltà e sofferenze) a rendermi conto di essere cresciuto e a voler lasciare parte del mio passato nello specchietto retrovisore. Io, a differenza loro, sono ancora perso nel deserto, sicuramente vivo, come non mai (e chissà quando me ne sarei accorto senza le parole dell'amica pilota Conservativa), tuttavia perso, ancora in cerca di una via, di certezze, di un punto di ripartenza, di una safety car che ricompatti il gruppo e azzeri i distacchi.

Certo di strada ne ho fatta da allora; ne ho fatti di errori (soprattutto di valutazione), ho compiuto qualche (a quanto pare vana) pazzia, ho sbattuto la testa su dei muri, ho percorso strade nuove e sconosciute, ma forse più di tutto ho iniziato a parlare di me stesso sinceramente, imparando a nascondermi sempre meno e a non separare le mie diverse vite. E come mi ha ricordato l'ormai-fratello-acquisito Velocissimo ma Inconcludente pilota, forse le amicizie fantastiche che sto scoprendo le sto scoprendo perché sto cambiando io.

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