mercoledì 7 marzo 2012

L'alba di una nuova era.

Autostrada A13, 130km/h impostati col Cruise Control (cit.). Apparentemente è un rientro di mercoledì mattina, per tanti. Per tutte le macchine qui intorno sicuramente la percorrenza è minore della mia.
Nella mia rimbombano le parole del colonnello Kilgore in Apocalypse Now. La collina che profuma di vittoria è questa strada. Sono partito da Ferrara, di nuovo.
Ma non dovevo esser qui, in effetti.
L'Alfa, Eroica di nuovo, si conferma tale, e profuma anche lei di vittoria. A dire il vero mi dà la sensazione di essersi divertita pure lei: sembra che trasmettesse all'andata l'euforia, l'adrenalina dentro i turbocompressori, nel loro fischio che pare diverso, che pare ancor più intenso.
Torno dalla famosa Missione, quella EROICA.
BMW e Mercedes stanno dietro, quando i fischi delle mie 2 turbine invadono l'abitacolo e l'accelerazione si fa forte, e mi accorgo della neve ai lati dell'Appennino.
Ne traggo la conclusione che l'amore non lo ferma nulla.
Non sembra, ma la missione ha fatto bene soprattutto a me.
Ha fatto bene alla mia autostima. Ha fatto bene all'eliminazione di qualcosa di particolare, della paura di qualcuno o qualcosa che è lì vicino. Niente sembrava aiutarmi quel sabato. Niente.
E non potevo fare a meno di pensare che nella vita, inevitabilmente, non si è mai il primo e l'unico.
Si può aspirare ad essere l'ultimo ma mai l'unico. Sono cose con cui si deve convivere, specialmente a 30 anni.
Pedala, Eroica. Corri, quando puoi. Sii la prima di questa vita...
E per una volta, per la prima volta, voglio essere l'ultimo. L'ultimo dei tuoi pensieri, l'ultimo dei tuoi uomini. L'ultimo, quello che si ferma fino alla fine.
Evviva la missione. L'ultima.

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