martedì 21 febbraio 2012

We both know the change is coming


Notte non meglio precisata, 140km/h. Autovettura non meglio precisata, epoca non meglio precisata.
Sono dieci km/h oltre al limite, i pochi consentiti dalle tolleranze del tutor, della vettura e che ti fanno sentire un po' lestofante ma non spezzano la monotonia dell'essenza della guida in autostrada.
Capisco perché amo le curve di Volterra, adesso.
Non ho più un posto in cui scrivere da solo, inosservato, e questo manca, in effetti. Lo ripristinerò presto.
Sarò criptico, forse, ma oggi è un giorno come un altro, in effetti: ma non la dimentico quella strada di notte, non dimentico il gatto e il cane che avevano fame, quella grattata allo sportello di destra che mi fece trasalire. Ricordo tutto, ogni singola parola e gesto che, di lì a poco, avrebbero dato una di quelle svolte prepotenti a un bianco e nero che divenne colore.
Ormai tutto questo si perde nelle nebbie del tempo, nella lunga lunga strada della vita che ho percorso.
Ricordo tutto, nitidamente e distintamente come la canzone che suonava nella radio, quei maledetti Joy Division con Shadowplay.
Stordito dalla serie di eventi, dalla mia vita precedente smontata mattone per mattone e rimontata da un'altra parte così, all'improvviso e senza avvertimenti né termini perentori per agire.
Da lì a "La forza della rabbia, in corsa", nel mezzo c'è stato di tutto. Si correva, tanto. Al limite dell'eccesso, direi.
Si correva sin troppo alla ricerca della perfezione che, una volta trovata, diveniva asettica e non aveva sapore. E il tempo trascorse, passarono mesi, anni, pieni di tentativi di sentirsi vivi, di rigettare una sciacquata di colore pressoché indefinito a quelle grigie colline e gallerie che passavano sempre più veloci e tristi alla mia destra.

E venne il presente, bellissimo e inaspettato e dirompente presente.
La strada prosegue. I colori esistono, oggi, sempre più forti. La mia vita è un quadro del periodo di Arles di Van Gogh, da quanto sono caldi i colori. Ed è stupendo. C'è una vita nuova per me, e tutto il resto si è dissolto, inghiottito dagli anni che passano e che diventano tantissimi in modo lento e inesorabile. E' giusto così. Sono cicli della vita, breve o lunga che la si consideri.
Ma non posso fare a meno di ricordare, almeno oggi.
Non posso fare a meno di riportare per un attimo a galla quello che è affondato, e che prese il largo molto tempo fa. Vecchie vite, trasfigurazioni tentate e mai riuscite.
Adesso ho la fortuna di sentirmi me stesso, di nuovo. E so chi ringraziare.

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