domenica 19 febbraio 2012

Silenzi distanti


Raccordo autostradale Firenze-Siena, 110 km/h. E' domenica sera e ho appena accompagnato nel bronx di Rifredi la pendolare che torna verso nord, verso le nebbie.
Si è portata dietro tutto il carico della felicità che reca nella sua valigia, col suo sorriso dirompente e la sua parlata strana, un po' emiliana e non troppo veneta.
Se n'è andata così, sotto il peso degli impegni del lunedì, su un anonimo bianco Intercity partito da una stazione decentrata in direzione nordest.
Così è, e la marcia prosegue, sotto una pioggia tipica del giorno successivo a quello in cui ho lavato la macchina, come sempre. Proseguo la marcia in direzione sud, direzione casa, in un silenzio che era tipico dei tempi andati, un silenzio che, allora, non riuscivo a riepmire. La Mito procede in modo imperterrito, e nella direzione opposta e contraria al flusso di traffico costante che viene da Siena, da Grosseto, dalle zone sud della Toscana, tutti verso la direzione di Firenze, anch'essi pendolari della settimana.
Pendolari anche loro, per lavoro, mentre lei e io lo facciamo per un motivo ulteriore, che è il costruirci le speranze di un qualcosa di grande insieme, tentando quotidianamente di lottare per abbattere le barriere che ci separano, solo fisiche, e dovute al fatto che siamo nati in posti diversi.
Spengo la radio, anche se Iris dei Goo Goo Dolls mi riporta alla mente un tratto di vita spensierata, che era tipico dei miei anni del liceo: ricordi scorrono veloci, mentre una Fiesta targata Grosseto si riprende la sua gloriosa posizione avanti a me credendo di aver vinto un duello e il cruise Control rimane sempre sui moderatissimi e sicuri 110km/h, ma tanto quella macchina bianca ha 100km più di me da fare.
Rimango nel silenzio spezzato solo dal rotolamento degli pneumatici sul corroso e liso asfalto.
Conservo ricordi contrastanti riguardo al silenzio che ha permeato momenti sin troppo lunghi della mia vita.
C'era quel silenzio che contraddistingueva una spiaggia, un ristorante, una tempura che era l'unica protagonista dei miei pensieri, e che mi faceva sentire il deserto del cuore avanti a me, fingendo un sorriso che non era riflesso dentro di me.
C'era quell'altro silenzio, quello rotto solo dalla prua della nave che penetrava nel mare bianco spumeggiante.
C'è questo silenzio, quello di chi ha pensato "come ho fatto sinora?", quello dell'inaspettato, che non verrà rotto da niente, se non da sorrisi, baci, abbracci, e da un treno che stavolta arriverà invece di partire.
Silenzi distanti e diversi. Voglio vivere come adesso.
Con tutto me stesso.

P.S. A chi dice che scrivo solo di macchine, guida e velocità, rispondo che è un inaspettato lettore disattento. La strada è la protagonista di questo blog ma.....il resto sono pensieri. Buona Ri-lettura, disinteressato!

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