martedì 7 febbraio 2012

Tornanti con poca neve

Qualche fiocco di gelida neve addobba, con il suo lento incedere discendente, i boschi al confine tra Cadore e Comelico, confine tra mondi reali e paralleli, mentre testo, sempre senza esagerare, la tenuta delle mie fide gomme invernali su quella fredda striscia d'asfalto con cui già si erano confrontate poche settimane prima. Allora era nuova, la strada, da scoprire; era una strada che portava verso conferme o smentite, verso impensate e prima solo acerbe amicizie, verso nuovi e spensierati mondi paralleli.


Questa volta la sensazione che mi accompagna è invece quella di un nostalgico ritorno, alla ricerca di memorie e di sensazioni che faccio fatica a ritrovare senza la giusta compagnia, alla ricerca di un'armonia che ogni volta dispero sempre più di riuscire a vedere, alla ricerca di amicizie che vanno e vengono con i loro influssi, alla ricerca di una stabilità emotiva sempre troppo lontana, alla ricerca di qualcosa di forte, qualcosa (o qualcuno?) per cui vivere.

Devo ripartire da dentro, da me, ma i contrasti sono sempre troppi; per ogni curva affrontata con le mani salde sul volante a controllare la traiettoria misurando il piede sull'acceleratore con l'adrenalina che sale corrisponde, con un ritardo di qualche secondo, un pensiero al costo degli pneumatici; ad ogni piccola salita corrisponde una brusca discesa che fa male. Un anno e mezzo di piccole salite e di regolari cadute, che continuano a demolire quanto ancora di me sia rimasto; autostima, convinzione, forza, salute (non solo fisica), umore.

Cerco, ma non trovo. Non qui; non ora.

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