mercoledì 24 luglio 2013

Introversi ed estroversi

In questi giorni gira molto in rete la vignetta dal titolo How to live with introverts. Pare un manuale di istruzioni per maneggiare con cura chi è introverso e non si apre.
Ho un amico fraterno (mannaggia a te che te ne vai, ora mi tocca pure comprare un Falcon 900EX per richiapparti laggiù in fondo al mondo) in particolare che si ritiene molto introverso, ma col tempo si è aperto e secondo me, a dire il vero, a modo suo dice tutto.
Anzi, dirò di più: non è introverso, ma è semplicemente un genio che ancora non si è accorto di avere qualità e sensibilità superiori alla media, che semplicemente sa che vanno condivise con pochi. Ma lui è il migliore in assoluto e manco vuol sentirselo dire.
Ce ne fossero di persone come lui. Il fratello che non ho mai avuto. E' un prego la sua sopportazione.
A differenza sua io sono un estroverso cronico, o meglio uno che lo fa, e che ti mette davanti il suo mondo.
E da estroverso dirò che io amo l'Elba, anche se non ci vado mai. 
E che potrebbe anche venirci.
Me ne innamorai da piccino, di ogni anfratto, spiaggina, montagna (perché c'è anche quella), animale, sorgente, fondale ecc.
Come gli amori infantili, questo è rimasto dentro di me.
C'è chi la ama come me quest'isola. C'è anche chi la odia, senza apparente motivo, e potrei fare nomi e cognomi, ma tant'è che non importa. Probabilmente la odiano per motivi personali, ma tiriamo oltre.
Ogni estate scovo punti molto positivi da mostrare a me stesso e dividere con gli altri.
Vorrei avere un po' di tempo per andarci. Ci andrò, per carità.
Lo direi al mondo di venire, pure all'amico introverso. Qui si sono consumati amori, finiti sulla nave del ritorno. Amicizie vere sono nate e rimaste. 
Solo perché sono estroverso e faccio amicizia. Alle volte sono eccessivo io. Chiacchiero troppo e terrorizzo chi recepise quella brutta e lamentosa parte di me.

Il problema sono quelli che si fingono introversi e che in realtà ti studiano. Studiano come fare a fregarti.  Subdoli. 
Viscidi.
Brutti e cattivi. 
Ma qui la chiudo, perché tanto contro di loro è così. Ho un paio di nomi ben precisi in mente.
Voi non siete niente, e c'è pure chi vi rincorre, stupidamente.

L'amico introverso, quello buono, quello fraterno, è vero, è lì che capisce ogni mio anfratto, pubblicabile e impubblicabile.
Conosce la verità, quella che non sa nessuno. 
Pure dai suoi silenzi capisco che devo smetterla di dire certe cose, certi eccessi che si prolungano sin troppo dentro di me.
E allora come dire grazie alla tua introspezione, amico mio, che in silenzio insegni, con tutti i tuoi "amen", tutti i tuoi ripetuti e allo stesso tempo irripetibili. 
Ecco, in questi anni mi hai dato tanto, come quando a Bologna, il 6 novembre 2010, in un periodo un po' strano fatto di, tanto per cambiare, rincorse inutili, hai portato un attimo di luce ascoltando questo chiacchierone mentre il presidente internazionale Lions era a dirci qualcosa di biascicato.
Qui sta la differenza degli introversi: quelli che ti fanno capire lo stesso, e quelli che lo fanno perché vogliono solo esser rincorsi.
E' un peccato che la vincano quelli sbagliati, la battaglia per le cose giuste. 
Parola di eccessivo chiacchierone.

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