martedì 2 luglio 2013

Happiness


La telefonata arriva rapida e inaspettata. E' Gianni, amico di sempre, uno dei quattro della foto della Sardegna che ha campeggiato per anni sul mio Fb, una vita vissuta tra Zurigo e New York, ora tornato a casa. 
Si fissa, come un tempo non lontano nei nostri cuori, ma che forse è decorso e ci ha fatto bene.
Dieciemezzo a casa tua.
Vai Boss a dopo. 
Salgo sull'Ammiraglia e mi faccio accompagnare dalla mia musica, ovvero il grande Peter Frampton, nei 3km tra casa mia e casa sua.
Come ai vecchi tempi. Mi sento rinato, non so come mai. I pensieri che di solito vanno dove non devono andare non partono nemmeno, fanno come i treni di Trenitalia, vengono soppressi perché nessuno, lassù in cima, ce li porta.
Non ci ero più abituato a tutti noi insieme così spesso, ma se ci si siete voi, amici miei, la vita è bella, bellissima.
Nel frattempo si parte, si esce, risiamo tutti noi come a 20 anni quando avevo mille pensieri inutili e ora, scevro di ogni ansia del tutto superflua cammino, verso i fuochi di San Marziale con Gianni Federico Matteo ecc.
Ho sofferto la solitudine, perché non c'erano loro. 
Ne ho patita molta ostentando una maschera orribile e inguardabile. 
Ho sofferto come un cane, rovesciando addosso a chi avevo accanto, anche ora, questo bisogno di socialtà che le circostanze della vita mi hanno negato fortemente, gli altri in grado di rifarsela quella vita, ma io povero disperato nella cittadina di campagna,  inchiodato a un palo e seduto su un divano in attesa di macinar chilometri il fine settimana per non star solo. 
Ecco uno dei miei limiti. Uno dei limiti dell'Andrea della Mito.
Che ora non esiste.  Più.
Ci ho messo molto a passare quella sottile linea tracciata con il gessetto, che mi impediva di essere me stesso.
Non rovescio più niente addosso a chi ho accanto. 
Non limito né mi limito. 
Anzi, probabilmente ho prospettive di avvicinare chi recalcitra, di costruire finalmente qualcosa con chi se lo meriterà. Basterebbe guardare davvero chi si ha davanti.
Non so quanto starete ancora nella Colle dove siete nati, ma finché ci sarete accanto a me, cari amici miei. 
Se devo fare un pronostico, so che non durerà molto, ma per ora me la godo.
Fuochi. Viaggio di ritorno di 3km come le persone normali. 
Bon Jovi a palla e un sorriso che non se ne vuole andare.
Eh sì: ora sono felice. Speriamo duri e che non sia una cosa relativa, ma sono certo che non finirà.
Non ora.

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