domenica 30 settembre 2012

La pioggia sospesa

Cammino a notte inoltrata sotto una lieve pioggia milanese di inizio autunno, solo, come sempre la musica a farmi compagnia; tuttavia è un'altra la compagnia che vorrei. Mi basterebbe una voce, l'unica, ora come ora, capace di placare le mie ansie e di rimettere in traiettoria l'automobile che sta sbandando. E puntualmente arriva la depressione esistenziale di un piovoso sabato mattina a pormi una serie di domande... 

Perché un anno di tribolazioni? Perché sono ancora al punto di partenza? Perché dopo aver creduto di essere uscito da questo circolo di emozioni represse ora riesco a ripercorrere tutti i passi che mi hanno riportato in questa gabbia dorata di sentimenti nascosti? Perché torna a riproporsi imponente la parola "paura"? Perché torna la voglia di compiere qualche pazzia?

Mi imbarco con quelle domande ancora in testa sull'Intercity per La Spezia, destinazione Genova; altre amicizie, altre ore a cercare di scacciare i pensieri in un posto nuovo, altri tentativi inutili di reprimere l'agitazione interiore, calmare il mare mosso che disturba la navigazione e non mi lascia dormire sonni tranquilli.

Mi immergo nella lettura e vedo scorrere di fronte ai miei occhi le incredibili difficoltà di Christopher Boone nella sua grande lotta per riuscire a fare tutte quelle cose che per chi gli sta attorno sono considerate normali, quotidiane; mi immedesimo nel personaggio fino ad avere gli occhi lucidi e mi chiedo quanti arriverebbero a questo punto, a questo sentirmi così diverso, spesso inerme ed impotente di fronte alle mie emozioni, alle parole che non escono, incapace di scendere da queste montagne russe.

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