domenica 16 settembre 2012

Tonneau infinito.


Amo gli aerei. Lo definirei un "...amore maturo...", nato quando certe cose andavano male nella mia vita, un po' come oggi.
E da allora ho iniziato ad informarmi su come funziona un aereo, ci ho pure messo le mani sopra, ecc....
Quello che sto imparando adesso, dando fondo alla sete di sapere che mi ha sempre contraddistinto, sono le manovre acrobatiche. Ovviamente le imparo in teoria, non in pratica, visto che a questi sport estremi non so come accostarmi.
Dopo il loop (il caro e vecchio giro della morte), passo ad analizzare un altro fondamentale dell'acrobazia: il tonneau, termine con cui "...si definisce (...) quella manovra che porta ad effettuare un giro completo rispetto all'asse orizzontale del volo. Se si esegue un mezzo tonneau, l'aereo si trova capovolto...".
Eccolo, il tonneau. In poche parole, l'aereo si avvita sul suo asse.
Cavolo, inizio a ritrovarmici. La nostra storia sta facendo un tonneau, però verso il basso, vicino al terreno.
Semplice: mi tocca fingere quello che non sono. Devo essere una persona sicura quando non lo sono mai stato.
Ma non arrivano messaggi, non vengo cercato, non ricevo quello che do. Ho solo una pericolosa ansia di fondo. Non ho risposte alle mie domande. A nessuna. Sono stato messo da parte, in via pressoché definitiva. 
Sono stufo di ingoiare rospi, di vivere falsamente qualcosa che non voglio, non posso, non voglio proseguire verso il terreno. Perché se questo aereo che si avvita non arresta il tonneau, la botta a terra sarà forte e tutti ci faremo molto male.
L'altimetro scende, così come il mio umore e la mia felcità, ormai divenuta uno sbiaditissimo ricordo, non sembra più raggiungibile.
Per lo meno, non adesso e non con chi ho accanto. Non se ne accorge che mi sta perdendo, non lo vede come una cosa possibile. 

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