martedì 11 settembre 2012

L'amaro ed il salato



E forse fa più male la Verità di qualsiasi altra disgrazia. E la verità è sempre difficile da ammettere. Varie volte ci viene negata, altrettante la neghiamo a noi stessi. Perché niente crea più dolore di ciò che è vero. E la verità, talvolta, è che non proviamo il dolore che vorremmo provare.

E' dura sopportare questa profonda malinconia. Una casa vuota, nessuna macchina parcheggiata di fronte al cancello, un letto troppo grande per esser solo mio. Lenzuola nuove, spazi da riempire con nuove abitudini... tutto cambia e, in questo rapido evolversi, mi rendo conto che non provo dolore, ma nostalgia.
Può la nostalgia essere definita dolore? Nel mio modo di vedere le cose, sono sensazioni ben diverse. Il dolore è il vuoto che ci viene lasciato dentro, la nostalgia è l'amarezza del ricordo. Come fossero due gusti distinti: salato ed amaro, si assomigliano ma sono percepiti da aree diverse di quella piccola grande prateria di papille gustative.

Non manchi solo tu, manca il tutto che avevamo, perché, quando finisce qualcosa, anche le cose più brutte finiscono per mancarci. L'essere umano è diventato terribilmente abitudinario.

Il dolore, quello lo conosco bene da mesi, è il dolore di una perdita per molti superficiale, per me vitale. La mia parte umana se ne è andata, lasciandomi in consegna un cesto di amore da conservare, troppo bello per esser donato, troppo nobile per non esser protetto. Tu manchi, fino in fondo, il tuo ricordo mi provoca una lacrima ogni sera, persino a fianco della persona che condivideva il mio letto.

Ricordo bene quando, una triste notte, mi voltai dall'altra parte, pensando "non è sufficiente". Non bastava avere qualcuno a fianco, il mio inconscio cercava ancora quella parte bambina, spontanea e capricciosa che se ne è andata con te quel giorno di febbraio con la neve ancora alta.
E adesso, che sono sola, non riesco a sentirmi più sola del giorno d'inverno in cui sei volato via. Strano come, nell'amore, poco conti la razza a cui si appartiene. Come diceva quel caro amico: "ci si innamora di tutto".

Rimango quindi nella mia passiva nostalgia in questa casa vuota, conscia che il dolore che so provare è unico, come lo è stato l'amore profondo e libero da condizionamenti umani.
Ma, se mi volto dall'altra parte del letto, mi chiedo: "è solo nostalgia tutto questo?"

Troppo difficile trovare una risposta.. come spesso accade nella vita, si chiude gli occhi, in attesa di un nuovo giorno, di nuove domande che spazzino via le vecchie, in un eterno dubbio dimenticato che, come un film muto, manca del suo pieno significato, lasciandoci senza certezze.

Nessun commento:

Posta un commento

site stats