giovedì 12 aprile 2012

Il mio battesimo sull'Ammiraglia - ritorno del direttore


SS2, 100km/h: l'incipit è quasi un classico di questo blog. Forse ci mancano 2 numeri alla denominazione della Statale, ma tanto non ci passo più.
L'Iveco Evadys grigio metallizzato procede, quasi imperturbabile ad alta velocità, sulla Cassia, lasciandosi dietro, con un fare quasi sbarazzino e noncurante, castelli come quello di Santa Colomba, che si raccorda con colline verdissime e cave di marmo giallo della Montagnola senese a quello ben più famoso di Monteriggioni.
Con il naso all'insù guardo, in questi tempi di crisi petrolifera e di benzina ale stelle, le nuvolette minacciose che incombono su quelle vecchie mura che di certo non si fanno intimorire dalla pioggia che inizia a cadere copiosa, nel freddo di questa giornata semi invernale.
Proprio su questa strada avvenne il battesimo dell'Ammiraglia, allora acerba.
Era una giornata d'estate, di quelle che non scordi nella vita.
Di quelle in cui hai una persona accanto che vorresti sopprimere dalla tua vita, tenere lontano, lottando come un disperato per spezzare quelle catene che si fanno sempre più dure.
La macchinetta rossa, con l'alcantara beige, il cambio sequenziale, ancora acerba e da città, prima delle solite trasformazioni che mi diletto a fare.
La piccola rossa metallizzata pareva restìa ad affrontare i curvoni ma poi ogni volta di più diveniva volenterosa e vogliosa di correre più forte possibile sulle mie strade.
Divenne Ammiraglia, passista d'eccezione, per 146.000km di emozioni, di pianti, di risate, di urla, di arrabbiature, ma lei era lì. Da Poggibonsi a Grosseto passando per Venezia, Colle, Montalcino, Pescara, Roma, Passignano, Lerici, La Spezia, Santa Croce sull'Arno, ecc....
Ecco che la prima persona che devo trasformare è Andrea. Devo tentare davvero di rimettermi in gioco, di girare il mondo per me stesso, di vivere con la forza e la pacatezza che mi contraddistingue. A differenza della nostra Anita, mi sento fermo. Non mi sono mosso tanto e quando avevo avuto la possibilità di stabilirmi a Montreal non lo feci, anche se le motivazioni erano concrete.
Fuggo stando fermo, essenzialmente da me stesso, essendo ben conscio che in amore sono arrivato, ma in altre cose sono ben lontano dalla meta.
La meta è il viaggio e il viaggio siamo noi, dicevo un tempo.
Voglio ricominciare. Anche io. Aspettatemi.
Devo tentare davvero di rinnovarmi, anche se non ho catene,.

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