martedì 3 aprile 2012

Bright light


Correva la dolorosa e imbecilloide estate 2011. Il famigerato aliscafo dei becchi, soprannominato perchéparte da Piombino il venerdì sera tardi carico di mariti che lo hanno rincorso con le loro macchine veloci per la disastratissima Aurelia in Variante, per andare il fine settimana a trovare le mogli all'Elba, mollaò gli ormeggi. Con un denso fumo nero uscì dall'imbocco del porto. Party Rock suona brutalmente nelle casse del vecchio stereo datato 1987, come la bella Fabricia, che espleta alla meglio il ruolo sopra distinto di nave veloce passeggeri, unico mezzo che ci mette mezz'ora a portarci all'Elba.
Prima anche io ho pilotato come un disperato per Montieri, per una via tortuosa.
E via, vero casa. Cena, amico presente per caso.
Entro nell'inferno del Tinello, vuoto se Dio vuole. Le luci fendevano la notte elbana, alla fine d'agosto sin troppo fredda.
Odori, tocchi strani, rumori forti, uccidono le mie povere orecchie.
Non vedevo l'ora di venire via, uscendo da quella falsità che stava oggettivamente dilagando nella mia vita.
E lo feci con stile il fine settimana successivo. Con stile solo grazie al brother padovano, all'abbronzatura sempre più intrisa di quella sensazione di fine dell'estate, di fine della sofferenza.
Il Lagoon Party fu proprio quello che mi portò, nel 2011 come nel 2008, la ventata di speranza, e di riaccensione.
Ne ebbi di segni in quel periodo. Era il 3 settembre 2011.
Da lì rinacque il concetto di amicizia che dentro di noi albergava.
Iniziò la rinascita, con quella festa, mentre chi doveva rinascere in parallelo proseguiva il suo turbione di emozioni contrastanti.
A Castiglione ci tornai a settembre, in modo del tutto imbarazzato. E' tanto che non ci metto piede, in effetti.
Ci tornai perché avevo voglia di guardare quel lago da solo.
Gli occhi azzurri di Lucrezia, forse i più belli che avessi mai visto, erano ormai un ricordo lontano, di una Momentanea interruzione della lunga attesa durata sin troppo.
Non ho bisogno di ripartire, adesso. Non ho bisogno di occhi azzurri. Non ho bisogno di niente, perché sono felice.
Ma ci sono sempre tantissime cose che avrei voluto dire, e che non ho detto, e non potrò fare a meno, un giorno, di andare dai destinatari e dir loro cosa penso, e magari chiedere scusa ricevendo quelle altrui.
Perché no? Non è mai troppo tardi per chiedere scusa.
Lo farò, statene certi.

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