sabato 7 aprile 2012

Cinque giorni

Altre due ore ed otto minuti di treno su questi ormai quasi soliti binari, collegamento tra la mia vecchia vita e quella nuova; una nuova vita dove sono io a decidere che direzione prendere, anche se ancora senza improvvisare più di tanto. Era ora che succedesse, era così che doveva andare, erano evidentemente maturi i tempi per pensare seriamente al mio futuro e seguire senza esitazioni qualche strada nuova ed inaspettata.


Cinque giorni di questa nuova vita, cinque giorni in cui ho riscoperto la gioia di camminare senza pensare a niente, la gioia di cantare "perché la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia...." sotto le ultime gocce di pioggia rientrando a casa; cinque giorni di tante piccole e grandi novità, piccole e grandi cose a cui pensare, piccole e grandi cose da fare; cinque giorni di amici rivisti e risentiti e di amici da rivedere e risentire; cinque giorni di binari sopra e sotto terra, di passi uno dopo l'altro, di sorprese.

Il treno torna in Veneto, rivedo il Lago di Garda da Desenzano; questa volta i Colli Berici li vedo di fronte, li vedo avvicinarsi, guardo avanti senza pensare a cosa mi lascio alle spalle e nelle orecchie c'è l'incredibile Concerto di Colonia di Keith Jarret a farmi da sottofondo, a rallentarmi il respiro, a farmi riprendere fiato, ad isolarmi da questa cara vecchia realtà che ora, almeno in alcune sue parti, inizia ad assomigliare vagamente a qualcuno di quei tanti sogni che, un giorno o l'altro, mi sarebbe piaciuto vivere.

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