domenica 19 maggio 2013

Three Cars Ahead


Raccordo autostradale direzione Siena, 110km/h. Eccomi qua, tornando da Firenze, dal Caffè letterario, casomai non si sapesse che siamo fave che amano la cultura.
Tra amici si ride dei casini altrui. Ma è ora di ripartire.
Quella che un tempo era l'Eroica Mito va benissimo, procede nel suo solito silenzio, con una ritrovata aderenza delle gomme.
Su strada si guarda sempre avanti, e di preciso tre macchine avanti. Se quello frena, freni anche tu, segno che c'è un intoppo. Ma non c'è nessuno e procedo solitario nel buio.  
Dopo un passato glorioso, e tante storie da raccontare si trova spesso in fondo al garage, accantonata come una vecchia elettromotrice che prima espletava i rapidi, poi i locali.
Metto piede in questo posto silenzioso e la mia faccia assume le sembianze di un contratto pierrot, ed è notte, per cui non ho occhiali che mi trincerano da questa espressione.
Tiriamo avanti nel buio, non c'è modo di tornare indietro. O meglio, non stanotte.
In questi giorni si svolge il Nazioleo a Siracusa. Per chi non è edotto della materia, si tratta dell'evento più importante che il Leo Club Italia effettua durante l'anno. E' un'associazione a cui sono particolarmente legato, da oltre un decennio. Mi ha dato amici, fidanzate, l'ultima in particolare.
Mi hanno chiamato come minimo 7 o 8 persone per dirmi di andare.
Ho sempre risposto "No secco". La scusa ufficiale è l'eccessivo carico di lavoro.
Ed in effetti, per ottemperare a questo e crearmi un alibi, mi sono scadenzato ad un ritmo martellante una serie di pratiche, in modo tale  da vedermi costretto a dire no anche alla voglia di andare a Firenze, pagare una cifra astronomica per montare su un aereo e andare.
Venerdì mi hanno pure telefonato intimandomi di partire il sabato, pena decapitazioni o altre pene corporali (Chiara, grazie!). 
In realtà potevo organizzarmi: quelli sono appuntamenti che puoi revocare con una telefonata. Lo so bene, non è il caso di mentire a me stesso ancora una volta. 
La versione reale è che non sono andato perché devo lasciare andare una persona che è lì. Per esclusivo rispetto non sono partito.
Proprio per questo, le ultime notti sono state un calvario. 
Forse quella tra venerdì e sabato è quasi andata bene, ho recuperato in mattinata, ma quella appena trascorsa è stata un calvario.
Sono piuttosto tranquillo, lo sapevo prima di mettermi a letto che sarebbe andata così.
C'è una guerra in corso tra le mie due parti: quella conscia e quella inconscia. 
La prima ha detto a tutti che è andata oltre, che si guarda tre macchine avanti, che si procede a dritto come dei treni, che è giusto così, che se la lascio andare va benissimo, che la distanza in sti casi aiuta, vai tranquillo Gaetano è tutto a posto, ragazzi il Boss è tornato.
Niente di più sbagliato: maledico chi ci ha dato lo specchietto retrovisore.
La mia parte inconscia, infatti, trasforma contro la mia totale volontà il mio viso nel pierrot suddetto, non mi fa dormire, mi fa pensare a scenari apocalittici, al fatto che non mi pensa più. Ed è così. 
Come uno studente asino, nonostante tutte le spiegazioni che la mia parte conscia gli dà, il pensiero, morboso, tossico, intriso di paura e adrenalina arriva, fa capolino.
Sto male. Male veramente.
Chi s'è prefissa l'obiettivo (previo salato pagamento) di portarmi fuori da questo fosso non ha ancora capito dove e come si deve agire, a mio parere.
E si prosegue, consci che prima o poi andrà meglio.
Come su questa superstrada che ci costringe ad andare dritti.
Quella che un tempo era l'Eroica Mito, guidata da quello che un tempo era il pilota, e che ora e un buon avvocato civilista, prosegue.
Tre macchine avanti c'è un incidente. Fiammelle. Lampeggianti blu.
Spugnosa reazione del pedale del freno. 
L'Eroica Mito e il pilota Pierrot si fermano. 
Consci che si riparte, ma con difficoltà. 
Buon viaggio nel sole (cit.)

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