giovedì 16 maggio 2013

Malinconia


Piove. Ancora, in questo maggio un po' strano, piove. 
La gente si attarda nelle rotatorie, chi va a piedi e in bicicletta sale sui mezzi a quattro ruote di proprietà, snobbando gli autobus. Stamani l'ho fatto anche io, ma solo perché dovevo, dopo ben due settimane, andare a far benzina. 
Non sono metereopatico, anzi. 
Tuttavia, piove sulla voglia che avrei di andare al mare, di prendere una nave a Piombino e partire di nuovo. 
Piove su quella voglia che ho di salirci quando qualcuno direbbe non ci metto più piede.  
Piove su quella voglia che ho ancora, in modo del tutto irrefrenabile, di averti accanto, che ogni giorno acuisce quando non ci sei.
Piove sui sogni, quelli che si sono incagliati e che non si disincagliano ormai e sono sempre sbattuti dalle mareggiate, arrugginendo e ingiallendo col tempo che passa.
Piove sul quella dimensione delle cose che è andata oltre al vecchio, su quella novità che dovrei cogliere e non colgo dentro di me, sui tentativi che faccio di essere adeguato ai miei quasi 32 anni.
Piove sul senso di inadeguatezza, di malinconia, di bruttura, di grigio che non riesco a togliermi di dosso, e a cui non riesco a dare un colore, per quanto io tenti di immaginare una tela con me dipinto sopra.
Piove sui concetti che ho espresso mille volte, sulle parole che sono sempre le stesse e che collidono ormai in modo inevitabile con un astio che, invecchiando, indurisce ulteriormente e si cristallizza.
Piove su un pontile preciso che non ho modo di visitare, da solo. Piove sui desideri realizzabili e su quelli che sono "a un passo dal possibile", che solo per paura degli altri, e forse anche mia non vanno avanti.
Piove sulle lancette che sempre meno vanno in zone alte del contagiri, sulla benzina che metto sempre meno, sui miei addominali che tirano forte per le corse e per il nuoto, sul fiato che aumenta, su tutti questi inutili sforzi di apparire migliore.
Piove su di me, e alle volte vorrei fermarmi e dire "scendo", un po' come feci, di colpo, su un'autobus della città di Romeo e Giulietta  in un tempo ormai lontano e freddo,  in cui mai avrei pensato che, oltre due anni dopo, sarei stato così male per una pioggerellina primaverile.
Ieri pioveva, e l'ultimo tram l'ho perso, senza ombrello, per lungaggini improvvise di persone che manderò via dalla mia vita appena posso.
Ho perso il tram come tante occasioni per stare zitto, per esser felice, per rendere felice chi se lo sarebbe meritato.
Ho perso tanti viaggi. Quanti aerei sono partiti senza di me? Iniziano ad essere diversi, e sono partiti con chi mi fa pensare male, sempre peggio, in ottemperanza a quanto diceva il neo defunto Andreotti.
Ne è partito uno anche oggi, nonostante gli inviti di mille persone, i giorni che potevo saltare di lavoro eppure è bene tenersi impegnati, non fosse altro che magari ci si sbaglia
Sì, gli stronzi vincono. Lo vedremo sicuramente in questi giorni. Lo vedremo anche in futuro. Sempre.
Eppure io perdono, sempre, costantemente, per quanto non venga mai perdonato per le mie caratteristiche.
Nuovi orizzonti si apriranno a chi me li ha chiusi in faccia sbattendoli in modo pure brusco. 
Pioveva stamani, e al posto del tram o di andare a piedi oggi ho preso la macchina, tante volte mi facesse male troppo movimento e troppo fitness.
Secondo me presto si verificherà la replica di "La forza della rabbia, in corsa". Avrà una grande valenza positiva, in effetti, solo che devo stare attento al degrado delle gomme, alle condizioni meteo, al rischio di un terribile schianto contro il muro.
In tutti i sensi.
Ma fu utile all'epoca, come lo sarebbe ora.
A tratti sarebbe meglio non sapere, ma non importa.
Rimane il fatto che ho perso me stesso. Ho perso chi amavo. 
Ho perso quattrini, tempo, viaggi, voglia.
Ho perso gli stimoli a riprendermi ciò che era mio. In fondo adesso ho altre cose da prendere. 
E ora piove ancora. Semplicemente.

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