domenica 19 maggio 2013

Soglie e gradini


Milano, una domenica mattina illuminata da un sole beffardo, discorsi post-colazione (tardivissima) che inevitabilmente non riguardano altro che il mio futuro prossimo, anche se l'interlocutore è passeggero ed estraneo alla mia vita; sono di fronte a un gradino, enorme, su cui ho iniziato ad arrampicarmi, a differenza di certe soglie che, alla trentaduesima volta, vengono passate quasi automaticamente, senza che buona parte degli amici neanche se ne accorga.

Eppure riconosco l'affetto vero di chi comunque si sbatte per me e vuole far parte anche da lontano del mio viaggio verso quel futuro a medio termine di cui continuo ad ignorare la direzione; quello che è certo è che i gradini saranno ancora molti, ora che questa mia amata città adottiva mi vede prendere decisioni di cui, per crescere, devo imparare ad accettarne tutte le conseguenze, mentre seicentosessanta chilometri a sud-sud-est da qui tanti amici si riuniscono per la prima volta dopo anni senza di me.

Riflettevo due notti fa, tornando a piedi da una piacevolissima serata passata con un amico a discorrere dei nostri futuri, di come uno dei motivi per cui mi piaccia Milano sia il modo in cui quasi chiunque, qui, abbia una storia da raccontare, fatta di scelte e di bivi che li hanno portati in questa città, l'unica italiana (a parte forse Trento e Bolzano) ad avere un sapore mittel-europeo; e spesso queste scelte e queste strade non si fermano qua.

Scelte, gradini, che portano più in alto e più alla luce, anche se ogni tanto viene da riguardare indietro e notare l'ombra sotto cui era comodo riposare, lì sulla soglia, sotto l'alzata; ma ci siamo arrampicati, ci siamo spinti più in alto, mossi da una forza che forse non sappiamo bene neanche noi cosa sia; ambizione, certo; la voglia di una vita migliore; i sogni, forse. Certo, i sogni! Sogniamo tutti; ma ci sono persone che vogliono continuare a sognare, che non smettono di crederci.

E dai miei sogni ricompare, in compagnia di altri amici che continuano ad affrontare i gradini della loro vita, il palco di Piazza Duomo, dopo quasi sette anni; ma questa volta sono di fronte, lontano, e la colonna sonora è diversa... non ci sono più i Figli di una luna storta con me e non canto più "Capire come sono, da dove ho cominciato e dove voglio andare col fuoco che mi sale ... mentre la ruota gira...". Ma non smetto di sognare.


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