lunedì 7 maggio 2012

La sinfonia del silenzio

Riparto con quell'azzurra valigia fedele compagna degli ultimi viaggi, anche se in realtà non è neanche mia; riparto a bordo di un treno nuovo, verso un Mare che conosco poco, verso una costa che conosco ancora meno, verso una regione che non conosco per niente; riparto attendendo notizie che potrebbero dare una svolta al mio peregrinare degli ultimi mesi, mettendo un punto fermo, certo non definitivo, ma fermo; riparto con gli occhi ancora pervasi da quella luce che poche ore prima li aveva illuminati.


Un nuovo amico mi preleva alla stazione e mi fa da autista lungo un pezzo di quel bordello di curve e gallerie che è l'A12; e arriva la prima telefonata, quella che allunga di qualche ora l'attesa, complicando leggermente la situazione (ma forse avvicinandomi alla meta); giungiamo a destinazione sotto un cielo plumbeo che non promette nulla di buono, ma lo spirito non ne è pregiudicato e, dopo una sosta ristoratrice, raggiungiamo le persone che rappresentano il vero motivo per cui siamo lì, persone che portano avanti, con dedizione, non senza sacrifici e difficoltà, progetti ed incarichi di cui si sono presi la responsabilità.

Un'ulteriore sosta ci accompagna fino a cena e poi al dopocena sul limite del molo, praticamente in mezzo al mare; ma non era quello il mare che cercavo, c'era troppa confusione, troppa ostentazione di vite comunemente tristi. Poi decidiamo che è ora di concludere la serata e ognuno se ne torna per la propria strada... ma io mi smarrisco a pochissimi metri dalla meta; vengo rapito da un suono che già avevo percepito vagamente qualche ora prima, un magico, dolce e sommesso mormorio; vengo rapito e resto lì dieci minuti, forse anche venti, chi lo sa, il tempo non esisteva più.

Baia del Silenzio la chiamano. Ma quale silenzio, quella è una sinfonia, una musica che cancella i problemi e le preoccupazioni, un canto che libera la mente...

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