domenica 24 marzo 2013

Dolls in the shadow


Non scrivevo da tempo su questo blog. Non l'ho fatto per rispetto perché certe cose ufficialmente non sono successe e non potevo dirle.
L'Avvocato del foro di Siena con la Mito rossa non ha fatto niente di quello che scriverà in questo post. Per lo meno, non per coloro che non sono protagonisti di questa storia. Quindi, per tutti quelli che sono qui nella Terra, tranne te  che in questo nuovo sogno c'eri, non è avvenuto nulla di tutto questo.
E comunque passano i giorni, i mesi. Qualcosa resta di una storia importante, della più importante e lascia traccia in ogni giorno. 
Forse rimane anche la consapevolezza che davvero qui, nella campagna Toscana, c'è qualcosa di intentato. Non dirò che l'Appennino parla chiaro. Per chi subirà le negazioni di chi è direttamente interessato, offro la strisciata del Telepass quale prova documentale.
Insomma, ci fu un punto in cui credetti davvero di aver dimenticato ogni errore, di esser ripartito e rientrato a velocità di crociera nella vita vera, senza chi amavo davvero.
C'erano strani segni e idee del tutto illusorie.
E dopo "...per un altro minuto ancora..." non dirò che per dei mesi, ancora una volta, i sogni sono stati coltivati da me con una forza che non credevo di avere in anni di tentativi.
La forza dell'amore.
Non dirò che dovevo recuperare un ritardo bestiale, soprattutto in tema di considerazione altrui.
Non dirò che due persone si rivedono e per un certo momento ci ricredono.
Non dirò che certe sensazioni una persona le percepisce "in pancia". Non dirò quindi che la mia "pancia" percepisce i sentimenti forti mascherati dietro a quella serie di risposte fatte di "non so se...", "vedremo" e altre locuzioni incerte.
Non dirò nemmeno che davvero, per un attimo eravamo meglio di prima.
Si percepisce in modo chiaro, preciso e concordante, che la tua di pance mostra il suo lato pavido.
La comprensibile paura esiste ed è palpabilissima. Permea tutto, pure l'amore che c'è e che forse solo io vedo nei fatti.
Non dirò nemmeno che si percepisce anche la paura del giudizio degli altri, di rimettersi in gioco.
Io sono io adesso. Tu non sei tu.
O per lo meno non quella che conoscevo, a cui forse ho offerto prima il lato peggiore e adesso, con la massima naturalezza, ho dato il massimo.
Ci sono stati attimi veramente speciali, dove terra e cielo si fondono, dove le morbidezza e il desiderio sono imbevuti da giochi e passioni nascoste. Non li dimentico, nemmeno quando la traiettoria della strada segue i sinuosi e stretti giri che fanno i miei pensieri.
Non li dimentico e so bene che nemmeno tu li dimenticherai. 
Non dimenticherò quando ho perso il cane e l'abbiamo ripreso insieme. Lì davvero, in quel preciso punto dell'universo, in quella congiunzione spaziotemporale ben precisa avevo creduto che ce l'avremmo fatta.
La mia pancia sentiva davvero che sarebbe stato meglio di prima.
Poi il treno ti riporta via, e i dubbi prendono velocità insieme a lui.
I dubbi solo tuoi, forse.
Il tempo passa e tu non passi. O per lo meno, hai resistito a lungo, sei stata brava a non andartene.

Stavolta non posso rimproverarmi nulla, né posso essere rimproverato di nulla. Ci credevo. E soprattutto in modo evidente mi fidavo.
Insomma, tutto il contrario di prima. Ma non basta, in effetti.
Ho vinto, quindi, una serie di battaglie.
Dirò di più, forse ho vinto anche la guerra, perché adesso non fa male la mancanza, proprio per la completa consapevolezza.
Cosa  vorrei adesso?
Beh, niente. Forse capire se davvero viene naturale sparire del tutto, quando avveniva tutto il contrario fino a pochi giorni fa senza sforzi.
E forse l'accettazione della realtà scevra dalle paure, ma questa è una storia irrealizzabile. 
E' tempo di pensare,  l'ho detto io. In modo sereno, perché il cuore non vive di ragionamenti, parole e pensieri...lui vuol solo essere felice (cit.).

1 commento:

  1. Cmq che eri velocissimo ma inconcludente si sapeva

    Anonima che sai te

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