lunedì 15 febbraio 2021

Dove non arrivano le rondini


Victoria Harbour, 09:20, Star Ferry (non so quale dei traghetti di preciso).

Un cielo insolitamente (per la stagione) grigio fa da sfondo alla commute mattutina (perché non c'è un'unica parola italiana con cui tradurre "commute"?). La musica è a medio volume, come sempre, cercando di non danneggiare l'udito ma pur sempre di sentire tutte le sfumature che le Sennheiser IE400 fanno emergere dalla musica raccolta negli anni e quasi mai più aggiornata.

Un giorno qualsiasi in cui ho sentito di non essere particolarmente in ritardo e allora ho continuato a bordo del rosso Dennis Enviro 500 KMB fino al ferry invece di scendere prima e prendere la metro come spesso faccio. Perché in fondo mi sento quasi sempre in ritardo.

Ma un po' alla volta il ritardo diventa altro, e non sai più veramente perché io mi senta in ritardo (a parte quando mi mettono una riunione alle 10); in ritardo su cosa? In ritardo verso che obiettivi?

Mancano gli obiettivi, manca la prospettiva, manca uno scopo.

Più e più volte negli ultimi mesi mi sono trovato a tu per tu con la sensazione di non avere più nulla per cui vivere, nulla da raggiungere; e la parte peggiore è che ho continuato a nascondere questo malessere, indossando ogni giorno una maschera sempre più spessa ed elaborata facendo finta che tutto vada bene; quando poco o nulla va veramente bene dentro.

Non ci sono più strade, non ci sono più curve, non ci sono più rettilinei.

Non sono più alla guida, ma assisto inerme, passeggero, ad una rocambolesca discesa, che non sembra mai finire; la sensazione è quella di essere sempre nella traiettoria sbagliata, rischiando di finire fuori ad ogni curva; e non c'è nulla che io possa fare, non ho il controllo del veicolo e non ho la forza di assumerlo.

Ho pensato più volte di rimuovere la costante principale, aprire la portiera, buttarmi giù e lasciare che la macchina si schianti finalmente ponendo fine a tutti i problemi; ma non so mai se sia la codardia oppure un barlume di speranza di riuscire un giorno a riprendere il controllo a tenermi lì, aggrappato, trattenendo le urla ad ogni tornante.

Il pilota è sceso un po' di tempo fa, si è seduto a bordo strada e guarda il vuoto.

Non ci sono più oceani, più tramonti; solo un gran rimorso; e la paura.

Paura che il sole un giorno non sorga più per lui.

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