mercoledì 15 agosto 2012

Verdi trasferte

Frecciabianca Venezia Santa Lucia - Torino Porta Nuova, canonici 165km/h, il lago di Garda si staglia nella sua versione estiva, pieno di bianche vele spiegate, al di là del finestrino dal lato opposto del vagone; una classica stanchezza estiva da sudorazione eccessiva mi pervade il corpo. "Try a little tenderness" cantata da Bublé nelle cuffie oggi fa uno strano effetto.

Tornano per qualche minuto in mente tutti quei sogni mai vissuti, quelle mini-sequenze da film idealmente ambientate nel piano bar di un hotel di lusso a caso, dove un altrettanto ideale Rod Stewart canta armoniosi pezzi d'annata, apoteosi di una solitudine che non vuole saperne di andarsene. E c'è per un attimo la voglia di costruire qualcosa, di guardare avanti; o meglio, ci sarebbe.

Ma non avevo tempo di pensarci quel giorno, avevo un aereo da prendere il giorno successivo, dopo una disavventura a causa dei treni bloccati per un temporale ed un autobus preso al volo in Stazione Centrale. Un viaggio in una terra nuova, un'isola verde che più verde non si può (di fatto, non di nome, non crediate che mi sia avventurato così a nord, anche se non mi dispiacerebbe), una città in cui incrociare nuovamente strade sbagliate; ma anche un sogno che si avvera.

Mi imbarco sull'Airbus A320 (ovviamente anch'esso per buona parte verde) con una valigetta nera di pelle che non tradiva il motivo della mia trasferta; stavo veramente viaggiando per lavoro; non mi sembrava vero. Così mentre il robusto velivolo made-in-Europe sorvolava al tramonto alcune cime imbiancate (idealmente Cervino e Monte Bianco ma non le so ancora riconoscere dall'alto) e lo sguardo si perdeva negli incredibili colori del tramonto d'alta quota, gli occhi diventavano lucidi, per una volta a causa di un'incredulo istante di felicità.

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