
Forse buona parte del problema sta nel mio essere molto difficile da avvicinare, nella mia perenne diffidenza, nella costante insicurezza. Mi metto ad ascoltare le voci che giungono inattese dall'Oceano: "...ci stai lavorando sopra?" Sì, forse qualcosa sto facendo; ma è sempre e comunque troppo poco; in fondo chi può dire di conoscermi veramente? Chi avrebbe mai voglia di avventurarsi in questa pericolosa giungla di pensieri che è la mia testa? "Siamo esseri umani, apprezziamo gesti umani". Sì devo iniziare da me, provare ad aprirmi un po' di più, provare a fare io qualche gesto umano. Eppure... "...fosse facile...".
Fosse facile dimenticare, fosse facile resistere. Eppure sono felice; eppure manca qualcosa. Rimane il ricordo di un brillante verde chiaro che non ho saputo capire ed a cui ingenuamente mi sono avvicinato troppo. Ho provato a farmi aiutare a rimettere al loro posto i pensieri, quando ancora ero nella Verde Isola, da diverse bevande locali, ma ovviamente il risultato è stato solo temporaneo; è prontamente tornato lo stato "Felice, ma...".
Felice di aver trovato persone che mi stanno dando fiducia e la possibilità di mettermi in gioco, ma sempre con la paura di sbagliare; felice di vivere una vita finalmente tutta mia, ma con la consapevolezza di non riuscire a condividere abbastanza questa felicità; felicissimo di sentire lo Scirocco che soffia, ma con il timore di mettere la barca di bolina e seguirlo per paura che smetta.
Quali altri venti incroceranno la mia rotta? Avrò il coraggio di risalirli? Quante altre strade incontrerò? Saranno ancora e sempre sbagliate?
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