venerdì 6 luglio 2012

Scorrimento lento


Frecciabianca che va ad est delle 17.35, Carrozza 7, quella del triste tramonto di tre mesi fa; lascio nuovamente Milano in cerca di amici ancora inevitabilmente lontani; il treno inizia a muoversi ed esce attraversando l'intricata rete di binari e scambi che fanno entrare ed uscire i convogli dalla stazione; intricata, ma mai come i miei pensieri.

Cerco di abbandonarmi al panorama che scorre al mio fianco ed alla msuica dei Toto in sottofondo, ma non ci riesco; mi gaurdo attorno alla ricerca di qualche particolare interessante su cui concentrare l'attenzione, da prendere come spunto di riflessione, come punto di partenza per creare storie di persone sconosciute, ma non ne trovo.


Allora arriva Vasco a ricordarmi che "la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia"; così, come ormai molte altre volte, devo trattenere le lacrime e farmi ricordare nuovamente che "forse davvero ci si deve sentire alla fine un po' male" per essere vivi, veramente, per "vivere davvero ogni momento"; ma quella follia e quel sommesso dolore c'erano nella mia vita, due mesi fa; non più ora.

Resto così perso nella paura di non riuscire più a vivere nuovamente quelle emozioni, di non trovare più una vera ragione per rimettermi in gioco sul piano personale; tornano le vecchie paure di non riuscirci, di rimanere da solo ad osservare i panorami scandinavi dei miei sogni ad occhi aperti, di dover continuare a pensare solo a me stesso più per necessità che per scelta. Paura di non recuperare più quegli anni in cui "non ho mai giocato in vita mia per le mie stupide ansie e insicurezze" (cit.).

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