domenica 17 giugno 2012

La via nuova

Frecciabianca Padova - Milano, 165 km/h, una domenica mattina di ritorno alla mia nuova vita, alla mia nuova via; domani avrò completato ufficialmente questo cambiamento che mi ha portato ad esplorare nuove strade e ad uscire da quella bolla di comfort precostituito che per più di trent'anni ha tenuto il mio presente legato al mio passato; ora da quel passato, anche se non è così distante, devo decidere cosa voglio portare con me.


Ci sono sicuramente voci che viaggiano sulle ali del vento che voglio tenermi stretto; ci sono amicizie, per quanto ora più distanti, che continuano a tenermi lontano dai miei problemi; ci sono amici-fratelli forse un po' rompiscatole ma senza cui, ora, non so come farei; ci sono storie-non-storie da raccontare che continuo a tenere per me come per celare un passato antecedente di cui in realtà non c'è nulla da nascondere se non un lungo ed estenuante vuoto; ma di quel passato più distante cosa resta?

Restano altri amici-fratelli distanti ma mai lontani; restano strade tortuose e sentieri carichi di quella solitudine che una volta non mi pesava; restano foto e memorie di luoghi apparentemente freddi e remoti; restano note cantate, suonate ed ascoltate e viaggiatrici legate anche a quelle note; restano amicizie mai perse (e che mai vorrei perdere) ma sempre un po' a metà. Restano tante esperienze vissute appieno ma anche e soprattutto tanti rimpianti a cui non pensare.

Ora però sono qui, in questa carrozza 4 diretta alla città delle speranze e delle opportunità, e vorrei raccontare quelle storie e quelle memorie, ma ho paura di perdere quel vento di Scirocco che gira a Levante, che per quanto non gonfi le vele, aiuta a viaggiare; e vorrei cercare di nuovo anche il sole tramontato per raccontare quelle storie, vorrei spiegare chi sono, ma mi accorgo che forse è troppo difficile spiegare una vita contorta e confusa come la mia, quando sono io il primo a non capirci granché.

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