venerdì 15 giugno 2012

Curve in salita

SS51, 150km/h, pochi metri ancora in sesta marcia, frenata (non troppo brusca... sono sempre io...), poi doppia curva destra-sinistra ai 90, traiettoria quasi perfetta, all'uscita sono già in pieno in quarta e quindi di nuovo frenata per entrare in paese. Guido così ormai, quelle poche volte che prendo in mano il mio grigio e noioso mezzo; certo, ora sono sulle mie strade preferite, quelle che potrei fare ad occhi chiusi, e mi sento protetto; studio e programmo i sorpassi, pianifico accelerate e frenate.

Allora nel pomeriggio altro giro, altra corsa; prima il solito bel panoramico tratto della SR48, con la vista che spazia su tutta l'alta Val Boite fino all'Antelao e poi, dal bivio di Pocol, lei, la tortuosa, nascosta ed impegnativa SP638, direzione Passo Giau. Dapprima provo a seguire una BMW da enduro che aveva svoltato poco prima di me, poi mi dico di stare tranquillo e rallento l'andatura... ma la strada sale, sale, tra curve e tornanti in successione; ad un certo punto un tedesco col suo Qashqai si fa da parte e lì le mani si stringono forte sul volante, l'adrenalina inizia a crescere; le traiettorie si fanno precise, le accelerate anticipate, le frenate ritardate; la strada inizia ad uscire dal bosco e l'aria si fa più fredda; in qualche accelerazione in seconda sento il traction control attivarsi (l'asfalto era leggermente umido) ed un paio di volte anche le povere Continental fischiare, non abituate ad un lavoro così pesante.


Rallento qualche curva prima di giungere al passo, dove arrivo col mio solito fare tranquillo, lasciando il folto pubblico di motociclisti (praticamente tutti stranieri) ignaro della mia andatura fino a un chilometro prima; scendo dalla macchina e mi fingo un tranquillo turista qualsiasi, come se non conoscessi già a memoria quei panorami che, ahimè, da troppi mesi non vedevo. Mi godo quei momenti recuperando dalla memoria le mie lunghe solitudini montanare, cercando di non dare ascolto alle troppe assenze ed ai vuoti di questi mesi, alle pazzie compiute in cerca non so più neanch'io di cosa.

Torno con tutta calma (relativa...) a Cortina e mi faccio spennare da Lovat, proseguendo a piedi sotto una pioggia indecisa, sfiorando ricordi di inverni lontani; programmo, come mio solito, visite e gite che realmente so che non farò; visiono attentamente abbigliamento sportivo e non, rendendomi però conto che difficilmente poi lo userei; perché da soli è difficile programmare qualsiasi cosa. Mi trovo sempre a dovermi aggregare a gruppi precostituiti per mascherare quella mia natura antisociale che mi porterebbe, come già troppe volte successo in passato, ad isolarmi; fisicamente ed emotivamente. Ed ogni giorno combatto la mia guerra contro questo auto-isolamento, per lo più perdendo.

Nessun commento:

Posta un commento

site stats